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Arcivescovo di Benevento

Città e Territorio


Il primo dicembre 1685 il Card. Cybo "Gli notificò essere stata accolta una sua istanza". Il nostro Arcivescovo così sciveva nel Suo diario: "Il primo dicembre 1685, fui destinato alla metropolitana chiesa di Benevento dal nostro SS.mo Padre Innocenzo XI, della quale destinazione ebbi l' avviso in Napoli il 4 del detto mese". E nel diario di Cesena scriveva: "L'illustrissimo Cardinale Cybo, con lettera del primo del corrente mese, mi dà notizia della grazia fattami da Nostro Signore, destinandomi al servizio della vasta Diocesi di Benevento che è insieme la più grande provincia d'Italia, nonché del Regno". Il 30 maggio 1786 fece il suo solenne ingresso in Benevento, a dorso di un cavallo bianco: Benevento già sede episcopale di San Gennaro. Una diocesi unica: Conservò il suo governo per 44 anni, anche da Papa.E fu un Pastore - Pastore. Vero Vescovo. Ogni anno tenne un Sinodo, tutti stampati e diffusi per il bene spirituale di tutti i Suoi diocesani. Ogni parrocchia, per Lui, era l'unica. Visite quotidiane, insegnando, catechizzando, colloquiando, vero padre tra i figli.La Sua attività Apostolica fu insuperabile. Inglobava nel ministero, attivamente, tutti i Sacerdoti e i Laici che erano veritieri. Ebbe tanta cura non solo delle chiese, ma anche degli archivi. Grazie a Lui tanti documenti furono salvati per la sua responsabilità. Tra queste la nostra stessa Gravina. Fu un Pastore pratico. Da Arcivescovo di Manfredonia, nel Sinodo del 1678, ordinò di "non indirizzare a Noi lettere di cerimonie, come di buone feste o d'altro, mentre noi riceveremo disgusto ed eglino non riceveranno risposta; non dovendo noi spendere in cose inutili il talento del tempo dal Supremo Signore a noi dato da negoziare in guadagno delle anime, che valgono il prezzo del Sangue preziosissimo del Redentore".

Il Cardinale Orsini fu padre, fratello, amico, aiuto di tutti, senza distanze ! Visitò tutta Benevento per ben
14 volte. Per Lui la Chiesa era veramente Casa di Dio. Siamo nel 1710 e la mattina del 2 aprile il Cardinale assisteva dal Coro, in Cattedrale ad una funzione religiosa. Improvvisamente un indescrivibile fracasso, prodottosi in chiesa, venne a turbare lo svolgimento del sacro rito. Ripensava ad un terremoto. Invece? Alcuni cani portati in chiesa dai propri padroni si erano furiosamente azzuffati tra loro. Dopo la Funzione il Cardinale si ritirò nella sua stanza e scrisse un decreto per tutta l'Archidiocesi, così: "Quantunque le chiese siano Regge di Dio in terra e case di orazione…né ad altri sia lecito entrarvi che ai cristiani: ad ogni modo alcuni non vi sanno entrare senza la compagnia dei loro cani… Per ovviare a tanto sconcerto ordiniamo che sottopena di scomunica da incorrersi "ipso facto" ed a noi riservata non sia lecito ad alcuno, o sia maschio o sia femmina, di entrare in qualsivogia chiesa, anche di Religiosi, portando o i propri o gli altrui cani per mano come in braccio o in qualunque altra maniera, volendo che in ogni conto si lascino i cani fuori di Chiesa, nelle piazze".
Una lezione anche per oggi!
Mons. Angelo Casino

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