Un sogno divino per piccoli imprenditori
Politica e cultura
						 
						La Pesca miracolosa, Raffaello Sanzio, Victoria and Albert
						Museum Londra
Comincia così la storia di Gesù con i suoi discepoli: dalle
						reti vuote, dalle barche tirate in secca. Linguaggio universale e immagini
						semplicissime. Non dal pinnacolo del tempio, ma dal pulpito di una barca a
						Cafarnao. Non dal santuario, ma da un angolo umanissimo e laico. E, in più, da
						un momento di crisi.
						
						Il Signore ci incontra e ci sceglie ancora, come i primi
						quattro, forse proprio per quella debolezza che sappiamo bene. Fingere di non
						avere ferite, o una storia accidentata, ci rende commedianti della vita. Se uno
						ha vissuto, ha delle ferite. Se uno è vero, ha delle debolezze e delle crisi. E
						lì ci raggiunge la sua voce: Pietro, disubbidisci alle reti vuote, ubbidisci a
						un sogno. Gli aveva detto: Allontanati da me, perché sono un peccatore. Ma lui
						non se n'è andato e sull'acqua del lago ha una reazione bellissima. Il grande
						Pescatore non conferma le parole di Pietro, non lo giudica, ma neppure lo
						assolve, lo porta invece su di un altro piano, lontano dallo schema del peccato
						e dentro il paradigma del bene futuro: sarai pescatore di uomini. Non temere il
						vuoto di ieri, il bene possibile domani conta di più.
						
						Gesù rialza, dà fiducia, conforta la vita e poi la incalza
						verso un di più: d'ora in avanti tu sarai... ed è la vita che riparte. Quando
						parla a Pietro, è a me che parla. Nessuno è senza un talento, senza una
						barchetta, una zattera, un guscio di noce. E Gesù sale anche sulla mia barca.
						Sale sulla barca della mia vita che è vuota, che ho tirato in secca, che quando
						è in alto mare oscilla paurosamente, e mi prega di ripartire con quel poco che
						ho, con quel poco che so fare, e mi affida un nuovo mare. E il miracolo non sta
						nella pesca straordinaria e nelle barche riempite di pesci; non è nelle barche
						abbandonate sulla riva, ancora cariche del loro piccolo tesoro.
						
						Il miracolo grande è Gesù che non si lascia impressionare
						dai miei difetti, non ha paura del mio peccato, e vuole invece salire sulla mia
						barca, mio ospite più che mio signore. E, abbandonato tutto, lo seguirono. Che
						cosa mancava ai quattro per convincerli a mollare barche e reti per andare
						dietro a quel giovane rabbi dalle parole folgoranti?
						
						Avevano il lavoro, una piccola azienda di pesca, una
						famiglia, la salute, il Libro e la sinagoga, tutto il necessario per vivere.
						Eppure qualcosa mancava. E non era una morale più nobile, non dottrine più
						alte. Mancava un sogno. Gesù è il custode dei sogni dell'umanità. Offre loro il
						sogno di cieli nuovi e terra nuova, il cromosoma divino nel nostro Dna,
						fratelli tutti, una vita indistruttibile e felice. Li prende e li fa
						sconfinare. Gli ribalta il mondo. E i pescatori cominciano ad ubbidire agli
						stessi sogni di Dio.
Ermes Ronchi, novena.it