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Nel Regno di Dio entrerà solo chi si farà piccolo - GRAVINAOGGI

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Nel Regno di Dio entrerà solo chi si farà piccolo

Politica e cultura
Filosofo con specchio (forse Socrate), Jusepe de Ribera, Olio su tela, Meadows Museum, SMU, Dallas.

Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Nel mondo ci si salva grazie alla propria bravura, al saper restare sulla cresta dell’onda e aderenti ad un’immagine esteriore di perfezione: i farisei erano al tempo di Gesù quelli perfettini, ligi a tutte le regole che conoscevano a memoria, esternamente irreprensibili. Ma Gesù li ha sempre rimproverati: Lui guarda ad altro, per Lui è importante il passaggio attraverso «la porta stretta», quella dove devi chinarti, abbassarti, dimagrire dal tuo egoismo, sbucciarti le ginocchia e graffiarti i gomiti. È una porta a misura di bambino, a misura di chi non ha nulla di superfluo, ma è essenziale e nudo. Nel mondo ci si salva grazie alle apparenze, nel regno di Dio no. E non vale neanche vantare conoscenze e appartenenze, farsi raccomandare dal fatto di essere stati alla stessa tavola e aver mangiato insieme: quel pane non è servito, perché non è stato spezzato per la fame degli altri, è stato gelosamente conservato ad ammuffire. «Non vi conosco», mi siete estranei, mi siete lontani anche se fate finta di conoscermi e pretendete di entrare, voi siete quelli del «salva te stesso»: li chiama «operatori di ingiustizia» coloro che si sentono giusti e condannano gli altri alla povertà, alla miseria, al dolore. Entreranno piuttosto quelli che si sono fatti piccoli, ma hanno allargato il cuore, gli umili che non hanno immaginato la salvezza come esclusiva, ma hanno intuito l’ampiezza e la sproporzione dell’amore di Dio, che si sono lasciati avvolgere dal Suo amore e con questo amore hanno avvolto chi tremava. Perché nel regno di Dio c’è posto per tutti a patto di conservare la luce negli occhi e la bellezza del sentirsi vicini, prossimi l’uno all’altro. E sarà una festa multicolore: dai quattro punti cardinali arriveranno gli innamorati della vita e della freschezza dei bambini; la sala sarà piena oltre quella porta, affollata di vita, affollata di amore, con la precedenza conquistata non in base ai propri meriti, ma unicamente dalla fiducia in questo Dio sconfinato, sorprendente, sproporzionato. Un Dio gratis, che dà amore gratis e domanda solo di amare gratuitamente. Come Lui. A quelli che invece non sanno far altro che contare, ai calcolatori e ragionieri della politica e della religione rimarrà lo stupore di vedersi sorpassati, e l’amarezza di non aver capito come oltrepassare quella porta. Sarebbe bastato un salto.
Luigi Verdi avvenire.it


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