La ricerca del benessere e della libertà

Vai ai contenuti

Menu principale:

La ricerca del benessere e della libertà

Città e territorio
Di Bruna Giorgio
Redazione Free – Magazine d’Informazione – Altamura, Gravina, Matera. Novembre 2018

C’è stato un tempo in cui Gravina, nelle carte ufficiali della Prefettura, era definito “il paese più turbolento della provincia di Bari”. Questo e tanto altro si apprende dalla ricerca storica del prof. Michele Gismundo. “La Ricostruzione a Gravina in Puglia 1943-1947”, questo è il titolo del libro, narra di un periodo storico nel quale le masse informi si fecero popolo consapevole sotto l’unica grande bandiera comune del pane e del lavoro. Il lavoro del prof. Gismundo prende in esame un periodo storico fondamentale nella storia di Gravina e dell’Italia intera. Siamo all’indomani dell’8 settembre.  La guerra e la fame avevano stremato la popolazione di tutta la nazione e i braccianti di Gravina vivevano con malcelata esasperazione i soprusi dei proprietari terrieri. Come ben scrive Gismundo, “la ricerca del benessere e della libertà è il motore della storia”, e fu così che un popolo di braccianti analfabeti si coalizzò contro i padroni. Oggetto del contendere e principale campo di battaglia fu certamente “l’imponibile di manodopera” per i disoccupati agricoli, di lì, poi, un sentimento rivoluzionario si propagò in tutto il paese. Gravina – scrive Michele Gismundo – fu certamente il primo paese di Puglia, e forse anche il primo in Italia, che il 12 novembre 1944 riuscì ad ottenere dal prefetto il tanto atteso decreto che obbligava i proprietari terrieri ad assumere un numero di lavoratori proporzionale alle dimensioni della loro impresa, per alleviare la disoccupazione nel lavoro agricolo. Lungi dal ricomporre la frattura sociale, questo provvedimento finì per acuirla e la lotta tra braccianti e padroni si inasprì ulteriormente fino a sfociare in numerosi scioperigenerali e tafferugli che culminarono più volte in sparatorie, omicidi e agguati. Il lavoro di Michele Gismundo ha sicuramente molti meriti. Dall’eccidio di Portella della Ginestra ai destini di figure storiche di caratura nazionale come l’on. Giuseppe Di Vittorio, le dinamiche gravinesi non sono mai viste in maniera marginale o isolata, piuttosto si inseriscono centralmente in un contesto storico ampio e diffuso, nel quale i braccianti seppero e vollero divenire protagonisti sociali di un cambiamento epocale. Insieme alla ricostruzione delle vite sacrificate dei nostri padri e nonni, dei loro lavori umili e faticosi, Gismundo riscopre il DNA combattivo di una popolazione che un tempo fu capace di lottare peri propri diritti e il futuro dei propri figli. Infine offre uno spunto di riflessione sui tempi moderni, tempi in cui, come allora, la disoccupazione rappresenta una piaga transgenerazionale e le disuguaglianze sociali si acuiscono apparendo insormontabili. Ciò che in quella stagione storica seppe fare la differenza, probabilmente, furono una diversa consapevolezza individuale e collettiva e un moto di dignità che poi esplose in una vera e propria rivoluzione popolare.


Copyright 2005 -2018 Gravinaoggi Associazione Culturale - Gravina in Puglia - Tutti i diritti riservati
Torna ai contenuti | Torna al menu