La libertà di scegliere è chiamata alla vita
Politica e cultura
						 
						“Le Tentazioni di Cristo”, Sandro
						Botticelli, Cappella Sistina, Roma
Come Gesù, siamo tutti posti
						davanti alla fatica aspra e liberante di scegliere tra umano e disumano, tra
						più vita e meno vita. "Scegli" è l'imperativo di libertà che apre
						tutta la sezione della Legge antica: Io pongo davanti a te il bene e la vita,
						il male e la morte. Scegli dunque la vita. (Deut 30,15). E non suona come un
						imperativo, ma come una preghiera di Dio ai suoi figli, una chiamata alla vita.
						
						Le tentazioni e le scelte di Gesù
						nel deserto ridisegnano il mondo delle relazioni umane: il rapporto con me
						stesso e con le cose (pietre o pane), con Dio e con gli altri (tutto sarà tuo).
						Dì a questa pietra che diventi pane! Non di solo pane, l'essere umano vive
						anche della contemplazione delle pietre del mondo, e allora vede che "nel
						cuore della pietra Dio sogna il suo sogno e di vita la pietra si riveste"
						(G. Vannucci).
						
						Perfino le pietre sono
						"sillabe del discorso di Dio. Il divino e l'umano si incontrano nel più
						piccolo dettaglio della veste senza cuciture della creazione di Dio, persino
						nell'ultimo granello di polvere del nostro pianeta" (Laudato Si' 9). Il
						pane è un bene, un valore indubitabile, ma Gesù non ha mai cercato il pane a
						suo vantaggio, si è fatto pane a vantaggio di tutti. E risponde giocando al rialzo,
						offrendo più vita: Non di solo pane vivrà l'uomo. Se è sazio di solo pane,
						l'uomo muore.
						
						Nella seconda tentazione il
						diavolo rilancia: il mondo è mio, se ti prostri davanti a me, tutto questo sarà
						tuo. Lo spirito del male instaura un mercato con l'uomo, un mercimonio.
						Esattamente l'opposto dello stile con cui Dio agisce: lui non fa mai mercato
						dei suoi doni, dona amore senza clausole e senza condizioni, un bene mai
						mercenario. Dio non può dare semplici cose, perché "non può dare nulla di
						meno di se stesso" (Meister Eckart), ma "dandoci se stesso ci dà
						tutto" (Caterina da Siena).
						
						La terza tentazione è una sfida
						aperta a Dio: Buttati, così vedremo uno stormo di angeli in volo... Un bel
						miracolo, la gente ama i miracoli, ti verranno dietro. Il diavolo è seduttivo,
						mette la maschera dell'amico, come per aiutare Gesù a fare meglio il messia. E
						in più la tentazione è fatta con la Bibbia in mano (sta scritto...).
						
						La risposta: non tenterai il
						Signore tuo Dio. Attraverso ciò che sembra il massimo della fede nella
						provvidenza, tu stai facendo la caricatura della fede, la riduci a pura ricerca
						del tuo vantaggio. Tu non cerchi Dio, cerchi solo il tuo profitto. Vuoi vincere
						il mondo con la croce? Non servirà, dice il diavolo. Assicurargli invece pane,
						potere ed effetti speciali, e ti seguirà. Ma Gesù non vuole vincere nessuno,
						lui vuole liberare. Attende liberi figli che tornino ad amare Dio da innamorati
						e non da sottomessi.
Ermes Ronchi, novena.it