Il deserto è necessario alla vita
Politica e cultura
Questa mattina, presso la Cattedrale di Gravina, il Vescovo Mons. Giovanni Ricchiuti ha celebrato la messa per la comunità scolastica della Scuola Secondaria di Primo grado "Nunzio Ingannamorte", con molto affetto, sottolineando il consueto appuntamento prima delle vacanze di Pasqua.
Dopo aver introdotto gli argomenti della fede, i momenti significativi della passione di Gesù che sono scanditi nella settimana santa ha invitato i giovani a riflettere sulle scelte di vita, condividendo il messaggio d'amore contenuto nel Vangelo, perché, a suo dire, nessuno sta dalla parte di Giuda, consapevolmente. Al lato opposto della testimonianza di Gesù, c'è l'oscurità delle forze contrarie a Dio, che oggi sono nella "cultura di morte" che ci circonda, e anche la contrarietà allo studio, all'impegno quotidiano lo sono.
Senza Dio, infatti, il deserto è la morte. E tutti l'hanno affrontato, anche Gesù (" Lo spirito spinse Gesù nel deserto. Vi rimase quaranta giorni tentato da Satana. Stava con le fiere e gli angeli lo servivano"). Il deserto è il campo di battaglia tra Dio e il suo nemico, è il luogo senza vita, ma che può trasformarsi nel posto senza del quale non potrebbe iniziare la vita: il popolo di Dio, quello che è entrato nella Terra Promessa, è nato tutto nel deserto.
Il deserto dunque è necessario alla vita, è il luogo di passaggio dove non senti più nessuna voce di uomo: nessuna voce di uomo tocca il tuo cuore; è il luogo dove nessun orecchio umano ascolta le tue parole. È un momento della vita che devi passare. Se non viene da sé lo devi cercare.
Nel deserto che ti viene donato è messa a dura prova la fede, perché per nessun altro motivo potresti restare in questa situazione se non credessi alla presenza di Dio, al suo amore, nonostante il deserto.
Questo discorso nella sua profondità ha toccato il cuore di tutti, perché ciascuno di noi si trova circondato dal deserto, a cominciare dalla mancanza di amore per finire alla trappola di internet che cattura in modo subdolo le sue vittime tramite il telefonino o il computer.
Ovviamente l'omelia del Vescovo, non dal pulpito, ma in mezzo ai ragazzi, tra le file dei banchi quasi, è stata semplice come un maestro che cerca di dare giusti insegnamenti, ricordando che Gesù, in primis, è stato un maestro che affascinava ed esprimeva parole d'amore dedicate a tutti noi come la sua vita, immolata
sulla croce per la nostra salvezza. Al termine della Santa messa è stata donata un'opera del prof. Pino Santulli, dalla consorte, prof.ssa Laura Scavo, raffigurante la Madonna con bambino, di cui la prof.ssa Maria Arcangela Cassese ha illustrato sapientemente i trascorsi: fonte di ispirazione e maturità dell'esperienza artistica.