Gesù “doveva passare per la Samaria” - GRAVINAOGGI

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Gesù “doveva passare per la Samaria”

Politica e cultura
“La Samaritana”chiesa di Sant’Angelo in Formis (XII sec.)

Nel ciclo “A” nelle tre domeniche di Quaresima meditiamo il Quarto Vangelo, in tre pagine tra le più famose: il dialogo con la donna di Samaria, il cieco nato e Lazzaro.
Oggi siamo al pozzo e tutti pensano all’acqua, dimenticando che per l’antico popolo il “pozzo” è il “luogo dell’amore”: tutti i patriarchi, infatti, hanno trovato la propria moglie al pozzo, che a quell’epoca era un luogo dove era possibile incontrare le donne.
Questo brano è anche il simbolo del dialogo tra Dio e l’uomo: siamo chiamati a una relazione sponsale vera. Dopo il famoso colloquio notturno con l’uomo della Legge (Nicodemo) e con il profeta (Giovanni il Battista) ecco l’incontro con questa donna. Se Nicodemo e Giovanni il Battista rappresentano l’itinerario di fede di Israele, la donna di Samaria rappresenta quello più universale che parte dalla sete dell’acqua, comune a tutti, per giungere all’acqua che tutti disseta “per la vita eterna”: Cristo.
Gesù “doveva passare per la Samaria” (Gv 4,4), scrive l’evangelista. Poteva evitarla, come facevano i Giudei, ma il suo “andare” è teologico, perché indica il dover raggiungere la “donna infedele”, Israele, per darle finalmente una “vera relazione sponsale”. Cana di Galilea l’aveva preannunciata, qui è posta in essere e poi sulla croce è compiuta (Gv 19,30). Dopo la Pasqua proprio i samaritani saranno i primi ad accogliere la lieta notizia ed entrano nel “gregge del Signore”.
Il Cristo arriva in Samaria nell’ora più calda (“l’ora sesta”: il sei è il 7 meno 1, dunque proteso verso la perfezione; all’ora sesta Gesù iniziò a soffrire sulla croce) e si siede presso il pozzo di Sicar il pozzo di Giacobbe (Gen 33,18-20), che rappresenta la Legge ed è “affaticato”, non per la fatica del cammino fisico, ma perché egli viene a cercarci come “bel Pastore”. Il suo “dammi da bere”è lo spunto per aprire un dialogo; è colui che si propone. Egli rispetta i tempi dell’uomo, non ha fretta. È bisognoso, come un viandante stanco, e cerca l’incontro con ogni uomo sulle strade  della quotidianità. Egli aiuta la donna ad andare oltre i pregiudizi, le rivela l’acqua viva, cioè lo Spirito, e le legge il cuore, facendo in modo che la donna di Samaria si metta in discussione. Le insegna pure che non conta il culto né sul monte dei samaritani, il Garizim e neppure nel Tempio di Gerusalemme, perché la fede è nel Tempio e nel corpo di Gesù.
Il “Prefazio” di oggi sintetizza bene tutta questa realtà: “Egli (Gesù) chiese alla Samaritana l’acqua da bere, per farle il grande dono della fede, e di questa fede ebbe sete così ardente da accendere in lei la fiamma del tuo amore”.
Chiediamo oggi a Gesù, che è la “soglia” tra l’eternità e la storia, di continuare a donarci il suo Spirito.
“Voce di Padre Pio”. Febbraio 2020


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