Fontana La Stella - GRAVINAOGGI

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Fontana La Stella

Città e territorio
Fontana La Stella, toponimo indicante la fontana "extra moenia", sul ponte del torrente "Gravina" nei pressi della chiesa rupestre Santa Maria degli Angeli e Madonna della Stella. Gradoni Fontana La Stella, invece, da via Maurizio Lettieri a via Fontana La Stella (Quartiere San Francesco- Pineta comunale). Parlare di via Fontana La Stella significa parlare del nostro magnifico ponte, ammirato da tutto il mondo. Il ponte della Gravina è un 'importante struttura ad archi, alto 37 metri, lungo 90 metri e largo 5,5 metri, che collega le due sponde del torrente "Gravina". Fu costruito per permettere l'attraversamento del Crapo (l'antico nome latino del torrente Gravina), e consentire ai fedeli di raggiungere la miracolosa chiesetta della Madonna della Stella. Poco si sa circa la data della sua costruzione. Fonti storiche (atto notarile) datano con certezza la sua esistenza almeno al 1686. Probabilmente il ponte, reso instabile dal sisma del 1686, crollò nel terremoto del 1722. Il ponte viadotto fu ricostruito intorno al 1734, su altra costruzione preesistente. Il Duca Domenico Amedeo Orsini , XV della serie, per servire la città di un acquedotto, ne ordinò la sua ricostruzione per superare il burrone la "Gravina" e predisporre sul suo parapetto più alto la condotta dell'acqua che alimenta ancora oggi le fontane fuori le mura con acqua della sorgente di San Angelo di Frassineto e di San Giacomo. Il ponte viadotto è molto simile a quello della città di Spoleto che similmente assolve alle due funzioni. Sicuramente la sua costruzione scaturì anche dalla necessità di creare un'uscita ed un'entrata dalla parte sud-est della città abitata nella parte rupestre. La struttura sulla quale poggiava la tubatura dell'acqua che collegava le 2 fontane (pilacci), ancora oggi esistenti ai due lati del ponte, era costituita da 25 archi disposti lungo la spalliera. In seguito all'alluvione dell'agosto del 1855, tali archi subirono gravi danni e, poiché pericolanti, furono sostituiti da una spalliera in tufo. Nel 1860 (come si ricava da documenti dell'archivio Comunale di Gravina) vennero effettuati interventi di consolidamento e di restauro con la posa in opera di tiranti in ferro e di un selciato rustico di protezione.
Fonti:
- Domenico Nardone, "Notizie storiche sulla città di Gravina", IV edizione, Bari, Adda 2003
- Fedele Raguso-Marisa D'Agostino, "In Gravina per le vie", Lito Pubblicità & Stampa, Bari 1984
- Giuliana Laronca-Mariapia Laddaga, "Un viaggio a Gravina", Per una valorizzazione dei percorsi, Liceo Scientifico Statale "G. Tarantino" 2005


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