Federigo o Federico Meninni (1636-1712)
Città e territorio
Nacque a Gravina in Puglia il 14 giugno 1636 da Angelo e da Ruffina Errico, membri della nobiltà locale. Dopo aver compiuto gli studi di grammatica e di umanità presso il seminario della sua città, iniziò quelli giuridici sotto la guida di Antonio Martoro. A seguito dell'incontro con il medico Giustiniano Maiorani, nostro concittadino che gli insegnò i rudimenti della filosofia di Aristotele, abbandonò gli studi intrapresi di giurisprudenza a favore della Medicina.
Nel 1654, dopo la morte del padre, si trasferì a Napoli, dove intraprese gli studi di Medicina.
Nel 1670 sposò Caterina di Scio, genovese, da cui ebbe Angelo, che diverrà avvocato, e due figlie.
Nella professione medica fu seguace della tradizione aristotelica e galenica; fu probabilmente vicino a Carlo Pignataro, protomedico del Viceregno, e rimase estraneo ai fermenti della nuova scuola medica napoletana confluiti nell' accademia degli Investiganti.
Di maggior rilievo, e senz'altro più conosciuta, è la produzione letteraria del Meninni.
I primi tentativi poetici del Meninni risalgono al 1658, anno di pubblicazione a Napoli della raccolta delle odi dal titolo "La fama", indirizzata al predicatore carmelitano Emanuele D'Ambrosio, celebrato per la sua eloquenza, e l'altra opera "Ragguagli festivi", scritta per la nascita dell'infante Felipe Prospero figlio di Filippo IV di Spagna.
Due anni più tardi, sempre a Napoli, videro la luce le "Poesie", con dedica a Padre Andrea Cancellieri, generale del Regno. Questa breve raccolta si compone di sonetti dedicati a personalità rilevanti dell'epoca
Il successivo volume del Meninni reca il titolo "Lodi varie d'illustrissimi ingegni italiani in diverse occasioni dirizzate all'autore" (Napoli 1666).
Nel 1669 il Meninni pubblicò sempre a Napoli una nuova raccolta di Poesie, ben più ampia della precedente, corredata da un'importante prefazione del più giovane amico Baldassarre Pisani.
Divisa in due sezioni di Sonetti e madrigali e di Canzoni, questa edizione mostra un notevole ampliamento del registro poetico del Meninni e, soprattutto, una esibita vicinanza alle esperienze poetiche di Marino, indicato già dalla prima edizione come modello insuperato per la poesia lirica.
Nel 1677 il Meninni pubblicò a Napoli il "Ritratto del sonetto e della canzone", ristampato a Venezia nell'anno successivo con correzione dei refusi della prima edizione e numerose aggiunte.
Si tratta dell'opera più nota e impegnata del Meninni critico.
Intorno al 1687 il Meninni fu ammesso con il nome di Confuso nell'Accademia dei Concordi di Ravenna; contribuì con trenta sonetti nella Miscellanea poetica pubblicata dagli Accademici (Bologna 1687, pp. 155-185; a pp. 23-30 liriche di Pisani, anche lui dei Concordi).
Attorno agli ultimi anni del secolo, probabilmente nel momento stesso della fondazione nel 1696, entrò a far parte anche della accademia degli Spensierati di Rossano, circolo nel quale, oltre a Pisani e a Crescimbeni, figuravano numerosi Investiganti: in essa ricoprì le cariche di censore e di "consigliere promotoriale".
Ultimo prodotto poetico del Meninni. sono le "Maraviglie poetiche e le poesie varie" (Venezia 1705), introdotte da alcune pagine di Pisani.
Il Meninni rivendica orgogliosamente la ricerca di elocuzione nuova, atta alla meraviglia, e l'originalità dei propri risultati poetici, sulla scia del distico di G.B. Marino:
"È del poeta il fin la meraviglia,
chi non sa far stupir, vada a la striglia" .
Il Meninni morì a Napoli nel 1712.
(Sintesi liberamente tratta da "Dizionario Biografico degli Italiani" Treccani - Volume 73 (2009).