Famiglie e Alberi Genealogici - GRAVINAOGGI

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Famiglie e Alberi Genealogici

Città e territorio
Araldica. Storia sociale e religiosa.

Trovare le proprie radici sono la strada necessaria per ritrovare una parte di sé, della propria dignità, per spiegarsi nomi, intrecci, interessi, ruoli, attitudini. Questa aspirazione in qualche caso è divenuta campo di indagine e ricerca vera e propria, per scoprire anche titoli, privilegi, nobili discendenze, diritti di proprietà. Gli Acta benefìcialia dell'Archivio Diocesano di Gravina sono una sezione privilegiata per l'indagine sulle famiglie gravinesi, perché ad ogni beneficio ecclesiastico corrisponde una o più famiglie ed in essi si sono conservati alberi genealogici. Tale fondo permette di fotografare: i movimenti delle varie famiglie e i molteplici intrecci, gli spostamenti in altre località, la presenza degli ecclesiastici, i titoli e relative funzioni sociali, la situazione economica. Gli alberi genealogici delle famiglie, titolari di benefici ecclesiastici, tramandano una significativa pagina di storia araldica, sociale e religiosa, oltre che economica ed istituzionale. Nel 1418 la famiglia de Pascarello annoverava fra i suoi componenti il giudice Robertello, che nel suo testamento stabilì anche la fondazione di un beneficio con la erezione di una cappella in cattedrale, dedicata a S. Nicola con una dote di beni immobili ed il privilegio dello ius presentandi un sacerdote - cappellano per celebrare messe, funzioni sacre per la famiglia. Nel 1446 primo cappellano fu Antonio Cuzzo. Si deduce chiaramente la estinzione della famiglia de Pascarello e l'intreccio con quella di Cuzzo, che entra in collisione con la famiglia del notaio Paolo de Egiptijs con diritto di ius patronatus. Sono riportati inoltre come rettori del beneficio esponenti della famiglia Lupi e Maiorani. La nobile famiglia Guida nel 1458 fece costruire in cattedrale l'altare dedicato alla Presentazione di Maria Vergine al Tempio, grazie alla magnanimità del fiorentino Guida de Guida. Nel 1508 suo figlio Angelo Guida, giureconsulto, fondò un beneficio presso lo stesso altare nominando suo figlio. Guido, arciprete, primo cappellano. La famiglia Lupi si trova fondatrice di due benefici: S. Giovanni Decollato nella chiesa di S. Nicola Protontino, istituito da Gualtiero Ciccio nel 1470; SS. Nome dì Gesù nell'omonima chiesa, costituito da Balsama Lupi nel 1645. Fu una famiglia nobile che annoverò notai, dottori, ecclesiastici, persone eccezionali, capaci di grande generosità, ma anche componenti benestanti privi di cultura, perché firmavano gli atti con il solo segno di croce. La famiglia nel 630 si trasferì in Altamura, dando vita ad un altro ramo e, proprio qui, nel principio del sec. XVIII ebbe una discendente che si fece monaca clarissa con il nome di Suor Benedetta di S. Giovanni. La famiglia Lupi trovò la sua continuazione per linea femminile nelle famiglie: Pentibove, Caroselli, Vicino, Clementellis, Ungaretti, Di Lucia. Altra famiglia illustre nel secolo XV fu quella de Ecclesiis, a cui appartenne il magnifico reverendo Baldassarre, che nel 1470 fondò in cattedrale una cappella - beneficio in onore di S. Giacomo Maggiore con privilegio di nominare cappellani. Più tardi nel 1539 il beneficio si arricchì grazie al lascito del magister Evangelista di Nicola Vanni, ma gli eredi del reverendo Baldassarre rivendicarono il diritto di nominare i cappellani. Per questa ragione si rese necessario la realizzazione e la esibizione di un “Arbore de casa chiesa”, cioè della famiglia de Ecclesiis. Nel 1476 la famiglia Barbara per volontà di Antonio Nicola, primo fondatore della cappella dedicata a S. Caterina, ereditò l'omonimo beneficio, eretto nella chiesa di S. Antonio di Padova, vicino alla chiesa di S. Francesco. Quando il beneficio fu annesso a quello di S. Antonio, sorse un contenzioso per la nomina del cappellano e rettore. Nel 1573 don Scielzo de Barbara rivendicò tale diritto e produsse uno schema di albero genealogico per dimostrare la legittima discendenza. La famiglia Schinco si occupò del beneficio di S. Caterina in cattedrale, fondato da Pietro Schinco nel 1485 per la salvezza della sua anima. Esso fu consolidato con le donazioni fatte nel 1489 da Francesco Schinco e nel 1611 dal chierico Geronimo Schinco. Nel sec. XVIII e XIX sorsero controversie per la nomina dei cappellani di linea diversa da quella della famiglia Schinco, per cui furono realizzati tre alberi genealogici , due del 1760, uno del 1825, raffigurante il ramo della famiglia trasferita a Foggia. A fine sec. XV la famiglia De Leonardis istituì un altro beneficio. Infatti, si apprende dalle fonti che mastro Leonardo De Leonardis fondò la cappella-beneficio dedicata a S. Maria dei Martiri in cattedrale. Nel 1524 Francesco De Leonardis, figlio di Leonardo, e sua moglie Desiata, rafforzarono il beneficio con lasciti consistenti emulati da tutti gli altri discendenti. Nel 1590 monsignor Manzolio privò la famiglia De Leonardis dello ius patronatus del beneficio per omissione di documenti relativi alla fondazione, dotazione e consenso vescovile. Successivamente però fu reintegrata nel beneficio. Nel corso del secolo XVII la rettoria fu affidata ad esponenti delle famiglie Schinco, Mininni, Santulli. L'albero genealogico che si conserva fu presentato da Ursino de Alexandris, discendente della famiglia Schinco nel 1573. Nel 1506 Rinaldo Leone De Vito fondò e dotò la cappella di S. Luca in cattedrale di alcuni beni ed elesse come primo cappellano il figlio Jacobo. Legò a questo beneficio anche la famiglia Rinaldi, che subentrò di diritto per via di alcuni lasciti. In seguito si crearono legami per linea femminile con le famiglie Ungaretti, Rossi, Sottile, Pentibove. Il nobile Martino Ganguto fondò nel 1508 in cattedrale, mediante testamento, il beneficio della Visitazione della Beata Maria Vergine con la dote di 12 tari e il peso di 2 messe alla settimana; stabilì che il cappellano fosse della sua famiglia di linea maschile e che le sepolture fossero pressò l'altare omonimo. Nel 1583 si affrontò un processo per la nomina del cappellano, (a seguito della morte di don Paolo Ganguto), tra un erede di quest'ultimo e uno di linea femminile della famiglia Schinco. In questa circostanza fa prodotto lo schema di albero genealogico. Il reverendo don Mario Antonio Vanni fondò nel 1706 il beneficio di S. Maria del Suffragio nella chiesa di S. Nicola. Ai suoi discendenti di linea maschile e femminile riservò lo ius presentandi il rettore del beneficio e la nomina di cappellani di vita secolare e non regolare. Gli alberi genealogici di questa famiglia furono elaborati in due epoche distinte: 1768 e 1876. Ciò attesta che il beneficio durò fino alla fine del secolo XIX, grazie alle varie famiglie imparentate con i Vanni: D'Alonzo, De Ambrosio, Tucci, Ariani, De Leonardis, Pappalardi, Savino, Loglisci. Si ritiene cosa utile e preziosa presentare nel calendario 2004 dell'Associazione Amici della Fondazione gli alberi genealogici delle famiglie gravinesi legate ai vari benefici per apprezzare la capacità artistica dei compilatori e per scoprire con essi l'intreccio delle varie famiglie. È interessante, d'altro canto, confrontarsi con i nomi delle famiglie attuali per rilevare le scomparse di certi cognomi.

Marisa D'Agostino, calendario 2004 dell' Ass. "Amici della Fondazione E. Pomarici Santomasi"
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