È dura per i genitori di un giovane infermiere al fronte - GRAVINAOGGI

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È dura per i genitori di un giovane infermiere al fronte

Politica e cultura
Il coronavirus è un nemico che colpisce, uccide efa soffrire, mentre un esercito di medici e infermieri, una sorta di Fanteria, è schierato al “fronte”, a fronteggiare la malattia in prima linea. Questo nemico non guarda in faccia a nessuno, colpisce anche i nostri “Eroi patrioti”: i medici e gli infermieri, i quali, in metà marzo 2020, sono stati tutti presi di sorpresa,poco organizzati per affrontare il nemico virus, disarmati si direbbe.Tra questi infermieri impegnati in corsia nella regione Lombardia, al “fronte” come si suol dire, c’è Francesco, un giovanissimo infermiere di Gravina. “Io, come genitore di un giovane infermiere fresco di laurea – sostiene il padre di Francesco –sono stato preso quasi dal panico in quei primi giorni. Infatti mio figlio presta servizio nel reparto di rianimazione e terapia intensiva di un ospedale dedicato Covid-19 nella regione Lombardia. Immaginate la mia preoccupazione soprattutto quella di mia moglie, che come madre più risente dello stato di salute del proprio figlio. La preoccupazione, di sentirlo ogni giorno, a fine turno, al cambio, che non si sa quando inizia e neanche quando finisce, ancora oggi è tanta. Nei giorni scorsi, la voglia di sentirlo, di capire il suo stato d’animo e di salute, di come   procedeva la battagliacontro quel maledetto virus, era tantissima: noi al sud e lui al nord in prima linea a difendere i pazienti colpiti,noi confinati in casa per decreto e lui in “battaglia”a difendere la patria e non solo il nord Italia. Quel nord che tanto ha odiato i meridionali, che tanto ha denigrato il sud”. Appunto oggi sono proprio i figli dei meridionali a soccorrere in prima linea i malati di coronavirus del nord Italia. “Nostro figlio spesso ci racconta delle cose che non vanno tanto bene tra i sanitari, che ci sono difficoltà nel reperimento del materiale di sicurezza e quant’altro. Agli infermieri sono state sospese le ferie e i permessi. Insomma viviamo con il “cuore in mano”: il pensiero è sempre lì in Lombardia dove lavora il ragazzo”. Le telefonate di questo giovane infermiere gravinese al “fronte” rappresentano sempre momenti di forte batticuore per i genitori. “Ciao Mamma, Ciao Papà a domani”: un domani che si prospettava,specie nei giorni di “fuoco”, peggio del giorno prima, perché il bollettino di guerra emanato dalla Protezione Civile parlava sempre di aumenti di contagiati, di deceduti e di pochi guariti. Certo, lo racconteremo in avvenire questo brutto momento che stiamo attraversando, lo racconteremo con l’esperienza di vita vissuta. Racconteremo di un virus sconosciuto anche agli scienziati, un virus “nuovo”, proveniente dalla lontana Cina, ci riferiscono in tanti. Racconteremo che dal fronte, tanti medici e infermieri sono stati vittime della pandemia coronavirus.  Racconteremo di tanti nostri ragazzi, che studiando fuori sede, non hanno potuto fare rientro in famiglia. Racconteremo che tanti giovani gravinesi tra infermieri e medici hanno “partecipato alla grande guerra del virus”. Racconteremo che sono stati veri e propri“Eroi patrioti”. Grazie Francesco, per tutto quello che stai facendo, onorando la tua amata città di Gravina.
Michele Gismundo


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