È disposta a diventare la "zita sau", ma ritiene che "upup", timido com'è - GRAVINAOGGI

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È disposta a diventare la "zita sau", ma ritiene che "upup", timido com'è

Politica e cultura
Gravina in Puglia - Bastione - Foto di Carlo Centonze

Carluccio la guarda con quell'aria trasognata che esprime tenerezza e voluttà più d'ogni sorriso. Lei, Sisina, la figlia di massaro Antonio "u 'mbettus", ricambia lo sguardo con un'espressione un pò civettuola che le fa alzare gli occhi neri e che le deriva dal fatto di sapere d'essere desiderata e non le dispiace d'esserlo.
Un atteggiamento che potrebbe sembrare scontroso se non fosse una semplice posa capricciosa tipicamente femminile. Il giovanotto vorrebbe affrontarla e parlarle, ma, sebbene incoraggiato, non ha la faccia; e rimane attaccato al muro dove s'è appoggiato, rimproverandosi quest' impaccio.
La sartina, che non è affatto un'ingenua, avverte l'imbarazzo dello spasimante e lo giudica troppo esagerato. Il sentimento che prova per Carluccio - intrigando ha saputo tutto di lui - è abbastanza profondo. Lo trova splendido con quei suoi begli occhi, quella strana capigliatura dello stesso colore della barba del granone, il suo contegno riservato, la sua aria così dolce. È disposta a diventare la "zita sau", ma ritiene che "upup", timido com'è, difficilmente troverà l'ardire di confessarle il proprio amore. Occorre quindi sfidare le convenienze sociali, prima che qualche dun'altra, più sfacciata, possa rubarglielo.
Capo alto, "con le braccia al sen conserte", "scupelicchje", la più piccola delle allieve di "mèsta Necolètt", abbandona la ciarliera processione e con un andar stretto e raccolto si dirige verso il giovane fermo all'angolo. Giuntagli difronte, gira appena il capo e, con un'aria composta e grave, quasi fosse messaggera di chissà quale disgrazia, a mezza bocca gli sussurra: - "Jè ditt sin!"-.
Andrea Riviello, "Piaggio", Matera, 2003



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