Cronaca di un disastro annunciato - GRAVINAOGGI

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Cronaca di un disastro annunciato

Politica e cultura
Incendio Bosco Difesa Grande Gravina in Puglia Photo by Carlo Centonze

Abbiamo atteso la fine delle operazioni di spegnimento dell’incendio che ha interessato il Bosco Difesa Grande per esprimere la nostra posizione e il nostro dolore di fronte a questa ennesima tragedia ambientale. Innanzitutto manifestiamo il nostro ringraziamento al personale ARIF, ai vigili del fuoco arrivati da tutta l’Italia, alla protezione civile, ai vigili urbani, ai volontari dei paesi limitrofi e a tutti quelli che sono riusciti a fermare le fiamme al bosco! Ora che l'incendio è stato finalmente domato ci auguriamo che si metta fine all'isteria politica degli ultimi giorni e si ricominci a discutere seriamente delle politiche per il bosco. Si tratta semplicemente di capire come gestire al meglio questo bene pubblico attraverso buone pratiche che, negli ultimi anni, hanno perso valore a causa di scelte politiche sbagliate e da noi contestate in diverse occasioni. Ora è il tempo della conta dei danni, sociali, economici e ambientali che potevano e dovevano essere evitati. E’ tempo delle assunzioni di responsabilità perché la quantificazione di questa tragedia la paghiamo cara noi cittadini. Noi di Articolo Uno Gravina, sin dal 2017 a seguito dello scorso incendio, abbiamo sempre posto l’attenzione sulla risoluzione dei problemi evitando le sterili polemiche e cercando di fare proposte costruttive che potessero aiutare l’A.C. Non nascondiamo il nostro rammarico difronte a tanta incapacità e inadeguatezza politica nella risoluzione dell’emergenza degli incendi al bosco. Adesso è tempo di restare uniti e cercare tutti insieme una soluzione per aiutare il nostro bosco a risollevarsi. Il bosco non merita certamente di essere strapazzato ulteriormente in questa sciocca battaglia per attribuire ragioni e verità. Dobbiamo ridare la possibilità alle scolaresche di conoscere il centro visite. Alle famiglie di passare qualche piacevole ora nelle strutture ex Marcuccio. Agli scout di rivivere nuove esperienze. Al campo missili di poter continuare a raccontare la sua storia. Agli sportivi di praticare attività all’aria aperta. Ai camminatori, anche e soprattutto forestieri, di poter percorrere i sentieri del bosco gravinese. Ma accanto alle politiche di valorizzazione delle attività antropiche chiediamo anche maggiore attenzione alla conservazione eco-sistemica e forestale del bosco, un argomento mai preso in seria considerazione: nessun finanziamento FERS per lo sviluppo rurale, nessun fondo PSR con misure specifiche di “Miglioramento dei boschi esistenti”….. forse solo per non impegnare somme di cofinanziamento dal bilancio comunale? Si potevano utilizzare queste somme soprattutto nelle aree dove era possibile intervenire e non soggette al vincolo di legge, ma non si è fatto per trascuratezza. Invece grande attenzione è stata posta sul progetto milionario per l’utilizzo delle acque reflue che ripone grossi dubbi di efficacia anche nella società che sta elaborando il progetto definitivo. Ora chiediamo di muoverci, concentrandoci sulle cose da fare, sin da subito. Noi di Articolo Uno chiediamo: - la convocazione di un Consiglio comunale monotematico sull’incendio di questa estate, dove si possano appurare le responsabilità e le scelte politiche sin qui adottate; - di richiedere lo stato di calamità naturale alla Regione o allo Stato per fronteggiare questo disastro ambientale e per sostenere la città e l’intero territorio coinvolti in questo terribile incendio; - di attivare sin da subito un tavolo tecnico aperto (task force) costituito da esperti, università, competenze locali e contributi scientifici che possano ripensare nuove strategie di lotta agli incendi boschivi sul nostro territorio; - di candidare il bosco comunale, la più grande area boscata della città metropolitana, nel PNRR messo in campo dal Governo attuale per recuperare risorse e finanziamenti adeguati a fronteggiare il problema e per realizzare un appropriato progetto di valorizzazione del patrimonio forestale; - che il Sindaco emetta un’ordinanza immediata di divieto assoluto di accensione ristoppie su tutto il territorio gravinese, anche per gli anni a venire, perché l’accensione dei residui da mietitura è una pratica anacronistica e obsoleta che provoca solo danni alla salute dei cittadini che ogni estate respirano i fumi provenienti dalle campagne limitrofe; - chiediamo un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte gestionali del patrimonio collettivo: molte cose proposte in questi anni dall’A.C. non sono mai state condivise con la città e a volte sono apparse semplici specchietti per le allodole, come quella di realizzare un laghetto di pesca sportiva in un bosco oramai devastato. Chiediamo inoltre maggiore impegno per la pulizia del bosco da materiale bruciato che ha reso Difesa Grande degradato: come sappiamo la legge quadro sugli incendi boschivi n. 353/2000 prevede nei divieti l’impossibilità di utilizzare fondi pubblici per opere di ingegneria naturalistica e rimboschimento, ma non cita alcun divieto per operazioni di pulizia del bruciato o per il recupero forestale. L’amministrazione si attivi per trovare finanziarie utili per ripulire il bosco dal materiale bruciato che rischia di innescare nuovi incendi. Prendiamo le distanze anche da chi vuole solo ed esclusivamente strumentalizzare l’accaduto per un esclusivo ritorno di visibilità, ma vogliamo anche stigmatizzare l’atteggiamento dell’Amministrazione che deve fare piena chiarezza su ciò che è accaduto: non si possono scaricare le colpe su altri enti come la Regione che sino ad oggi detiene la gestione “d’ufficio” del Bosco. In tal senso l’amministrazione si attivi per costituire l’Ente gestore del SIC Bosco Difesa Grande: sono anni che si parla dell’Ufficio SIC o di altri organismi che dovevano essere predisposti come la prevede norma. Questo il nostro sindaco dovrebbe saperlo e, a differenza di quanto afferma nei suoi video serali, dovrebbe attivarsi per avere un Ente di gestione tutto comunale. Si abbia il coraggio di riaprire una nuova stagione di confronto con tutta la cittadinanza per valutare quello che si può fare o per individuare altri progetti per la salvaguardia del bosco mettendo da parte l'ottusaggine politica sin qui dimostrata. Il bosco deve rimanere patrimonio comunale ma chiediamo che la comunità di Gravina possa avere un ruolo importante sulle scelte gestionali del bene pubblico, cosa mai avvenuta in questi anni di gestione Valente: coinvolgere la cittadinanza è segno di maturità politica. Convochiamo la cittadinanza e cerchiamo soluzioni. Il bosco cerca aiuto dunque abbiamo tutti il dovere di rispondere con prontezza e fiducia. Le generazioni future ci chiederanno conto, siamo ancora in tempo per evitare giustificazioni anche con loro.
Coordinamento di ARTICOLO UNO GRAVINA – Via Garibaldi, 5

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