A quale data si deve far risalire il “bastione medievale”? - GRAVINAOGGI

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A quale data si deve far risalire il “bastione medievale”?

Città e territorio
La risposta sintetica è: intorno al 1344. Fino al 1340 circa Gravina visse un periodo relativamente tranquillo sotto la dominazione angioina succeduta a quella sveva di Federico II e del figlio naturale di Questi, Manfredi. Con Giovanna I regina angioina, sposata con Andrea d'Ungheria sopraggiunsero i guai quando costei fece assassinare lo stesso marito Andrea d'Ungheria. Infatti il nostro concittadino Notar Domenico in "Chronicon Dominici de Gravina" afferma che "Gravina si divise in due fazioni: l'angioina e l'ungherese, come in tutto il Regno. Prevalse ora l'una ora l'altra e il tutto a discapito della cittadinanza". Domenico Nardone in "Notizie storiche sulla città di Gravina" a pag. 135, Edizioni Pugliesi, Martina Franca 2003, afferma: "Ritornata Gravina sotto il dominio del Re d'Ungheria, il governatore (preposto al governo della nostra città n.d.r.) Niccolò D'Angelo provvide a rafforzarla onde potesse fronteggiare e respingere eventuali assalti da parte delle minaccianti milizie angioine (...). In tale circostanza fu allargata la cerchia delle mura, munite di torrioni le porte, costruiti nuovi fortilizi nei punti più strategici e furono scavati dei camminamenti sotterranei che misero in comunicazione diretta la porta sud con la porta nord della Città. Ciò per una sollecita difesa in caso di attacco dall'una o dall'altra parte, ed anche per avere una via segreta di uscita in caso di pericolo". Nella nota (1) nella stessa pagina 135 sono riportate i nomi delle 5 porte principali che prendevano nome dalle chiese che si trovavano nelle adiacenze. Così:
"porta s. Antonio" (oggi detta s. Agostino),
"porta san Tommaso" (oggi porta s. Michele),
"porta s. Pietro" (presso la chiesa dedicata a s. Cecilia e soci),
"porta s. Maria degli Angeli" (oggi porta dell'Aquila) e
"porta s. Cataldo" (dal nome di una chiesa allocata presso la torre dell'orologio in villa).
Sempre nella nota (1) di pag 135 il Nardone aggiunge: "Con l'abolizione del dominio feudale, queste torri, porte e mura, furono demolite, oggi non resta più nulla delle antiche fortificazioni, se non uno sperone di muro ancora visibile scendendo per i gradoni di Fontana Santa Maria della Stella". Concludendo questa ricerca in risposta all'interrogativo iniziale, il fortilizio di cui parliamo è giustamente denominato "bastione medievale", perché eretto in epoca feudale; è rimasto in piedi perché subito accanto si trova il pilaccio della fontana Santa Maria della Stella. Tale bastione sorregge inoltre il quartiere a ridosso che si trova presso il cavato Sant'Andrea. Infatti percorrendo in discesa il cunicolo che lo riguarda e alcuni scalini da quel piano si giunge all'esterno ai piedi dello stesso bastione dopo aver varcato la sua porta e disceso per altri scalini. Facendo una ricerca su internet diversi siti di autorevoli architetti di Gravina datano invece il cosiddetto "bastione medievale" nel 1500, cioè in pieno Rinascimento. Quindi la data storica non può essere precisa ma è presumibile dalle fonti citate che sia intorno al 1344 come precisa il canonico gravinese Tobia Stamelluti nel suo manoscritto intitolato "Opinioni sull'origine di Gravina" che trovasi conservato presso la Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi" in Gravina. Lo Stamelluti afferma testualmente: "Nel 1344 Gravina fu governata dagli Ungheresi e precisamente dal Duca Carlo Durazzo".
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