La settimana Santa - GRAVINAOGGI

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La settimana Santa

Politica e cultura
Pagina a cura di Vito Raguso

Settimana Santa: giorni nei quali la liturgia segue passo passo gli ultimi eventi della vita terrena di gesù.

LA DOMENICA DELLE PALME
Da questa domenica ha inizio la Settimana santa.
In questo giorno la Chiesa fa memoria dell'ingresso di Cristo in Gerusalemme per compiervi il suo Mistero pasquale.
Nella liturgia rivivono e si rivelano i due aspetti fondamentali della Pasqua:
. l'ingresso messianico in Gerusalemme
. la memoria della sua Passione.
Non si tratta di fare un pio ricordo, ma di rendere presente oggi l'avvenimento.
La liturgia dà rilievo alla processione in onore di Cristo Re, facendo attenzione a che non si favoriscano i fedeli a dare valore soltanto al ramo d'ulivo, trascurando il vero significato della celebrazione. La benedizione dei rami è essenzialmente finalizzata alla processione.

LA CELEBRAZIONE PASQUALE DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA
Nei giorni conclusivi della Quaresima (Lunedì, Martedì e Mercoledì) si concentra l'attenzione dei fedeli sulla celebrazione del sacramento della Penitenza, accentuando il carattere pasquale di tale sacramento.
Poiché la Pasqua è una celebrazione essenzialmente comunitaria, si celebra la Penitenza anche con il rito comunitario: mediante l'assemblea penitenziale, la comunità cristiana ribadisce l'impegno di vivere più coerentemente il mistero della Pasqua.

LA MESSA DEL CRISMA
La Messa crismale viene celebrata sotto la presidenza del Vescovo nella cattedrale la mattina del Giovedì santo.
Evidenzia il clima di festa del sacerdozio all'interno del popolo di Dio.  Nella stessa messa sono benedetti: il Crisma (l'olio profumato utilizzato nel Battesimo, nella Cresima e nell'Ordine), l'Olio dei catecumeni e l'Olio degli infermi.

LA PASQUA CELEBRATA IN TRE GIORNI
"Il Triduo pasquale della Passione e Resurrezione del Signore ha inizio dalla Messa in cena domini, ha il suo fulcro nella Veglia pasquale e termina con i Vespri della Domenica di Resurrezione."
Questo triduo è la realtà stessa della Pasqua del Signore celebrata in tre giorni: il venerdì celebra la morte, il sabato la sepoltura, la domenica la resurrezione. Ogni giorno del triduo richiama l'altro e si apre sull'altro. Il centro di gravitazione dei tre giorni è la Veglia pasquale con la celebrazione eucaristica.

GIOVEDI' SANTO LA MESSA "IN CENA DOMINI"
Nella Messa "in cena domini" la Liturgia ricorda l'istituzione dell'Eucaristia, celebrando il memoriale dell'ultima cena.
Importante sottolineare che la vera Eucaristia pasquale è quella delle Veglia.
Questa messa ha un carattere festivo, unitario e comunitario.
Deve partecipare tutta la comunità, perché appaia una celebrazione che ha per soggetto il popolo di Dio riunito dal sacrificio di Cristo che è presente nel segno della cena.
Il Vangelo parla della figura di Cristo che, pur essendo Signore e maestro, si fa servo, lavando i piedi agli apostoli.
In questo contesto va visto il rito della "lavanda dei piedi". Il rito deve aiutare a comprendere meglio il grande e fondamentale precetto cristiano della carità fraterna.

L'ADORAZIONE DELL'EUCARISTIA
Al termine delle celebrazione della Messa, le ostie vengono processionalmente portare ad un luogo debitamente preparato, perché siano esposte in un tabernacolo, adorate e conservate per la comunione del Venerdì santo.
La Chiesa con il segno dell'adorazione vuole sottolineare anche la presenza permanente di Cristo sotto le specie eucaristiche.
L'adorazione deve terminare entro mezzanotte; a quest'ora subentra il ricordo del tradimento, della cattura, della passione e morte di Gesù.

OGNI COMUNITÀ È GIUDICATA DALLA EUCARISTIA CHE CELEBRA
Il gesto dell'ultima cena compendia e interpreta tutta la vita e la missione di Gesù. La celebrazione della Cena del Signore è l'incontro più forte della comunità credente con il Risorto e con i fratelli.
Perché una comunità cristiana possa celebrare degnamente il mistero eucaristico, è necessario che i fedeli si sforzino di formare tra loro, durante tutta la settimana, una vera comunità, una vera famiglia, i cui membri si considerino come veri fratelli.
La celebrazione dell'Eucaristia è il luogo e il criterio per verificare la vita della comunità, in altri termini è il momento per verificare se sappiamo "far Chiesa".
Si tratta allora di celebrare l'Eucaristia come "annuncio della morte del Signore sino alla sua venuta" da parte di una comunità che esprime con la vita, e non a parole soltanto, il senso salvifico e liberatore della morte del Signore.

VENERDI' SANTO
Il venerdì santo non è considerato dalla Liturgia un giorno di lutto e di pianto, ma un giorno di amorosa contemplazione del sacrificio di Gesù.
L'elemento fondamentale e universale della Liturgia di questo giorno è la proclamazione della Parola: possibilmente celebrata alle tre pomeridiane, ora della morte di Gesù, in cui viene letta la Passione secondo Giovanni.
Dalla contemplazione del mistero, fondata sulla Liturgia della Parola nel tempo si è passati ad una specie rappresentazione visiva che si è sviluppata nella devozione popolare: la via crucis.
Dopo le letture e l'omelia la Liturgia della Parola si conclude con la solenne preghiera dei fedeli. Con questa solenne preghiera tutta la famiglia di Dio e tutta l'umanità è come portata ai piedi della Croce sulla quale Cristo muore per tutti.
A questo punto del rito abbiamo la presentazione e adorazione della Croce in cui la Chiesa innalza il segno della vittoria del Signore.
Si termina con la Comunione; non si celebra l'Eucaristia quindi l'altare è interamente spoglio senza croce, senza candelieri e senza tovaglie.
Il venerdì santo è giorno di digiuno, da protrarsi possibilmente anche al sabato santo, come segno esteriore di partecipazione interiore al Sacrificio di Cristo.

SABATO SANTO
In questo giorno la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua Passione e Morte, astenendosi dal celebrare la Messa.
Ogni fedele è chiamato alla contemplazione, nutrendo il cuore di quegli affetti suggeriti dalla Liturgia delle Ore: la tranquillità nella pace di Dio, il riposo nella speranza, la fiducia piena nella Parola di Dio, certezza del compimento delle promesse divine e abbandono al giudizio di Dio.
Il Sabato santo diventa forte richiamo ai credenti a "ritirarsi nel deserto" per rimanere soli davanti a Dio solo in una preghiera silenziosa di puro ascolto.

ORIGINE E STORIA DELLA CELEBRAZIONE ANNUALE DELLA PASQUA
L'origine della celebrazione della Pasqua si trova nell'Antico Testamento: Esodo e Deuteronomio.
Ogni anno Israele celebrava il memoriale degli eventi dell'Esodo secondo il comando del Signore. Nella celebrazione si vanno affermando due aspetti dell'evento pasquale: l'immolazione dell'agnello e l'uscita dall'Egitto come passaggio dalla schiavitù alla libertà.
Il passaggio dall'istituzione pasquale dell'Antico Testamento a quella del Nuovo Testamento avviene grazie alla coincidenza cronologica della morte di Gesù con la festa pasquale ebraica.
Secondo Giovanni la Nuova Pasqua nasce sul Calvario dove Gesù è immolato come agnello pasquale.
Per essere esatti bisogna considerare quattro Pasque nella storia della salvezza:
 la Pasqua del Signore: il passaggio di Jahvè nella notte dell'uscita dall'Egitto;
 la Pasqua dei Giudei: la celebrazione della memoria della cena pasquale;
 la Pasqua di Cristo: la sua immolazione sulla croce, il suo passaggio da questo mondo al Padre attraverso la passione e la risurrezione;
 la Pasqua della Chiesa: celebrata ogni anno, ogni settimana e ogni giorno nel rito eucaristico.

VEGLIA PASQUALE
La speranza della Chiesa nella notte pasquale è fondata sulle promesse di Dio e viene ravvivata dalla lettura di queste promesse con i testi che parlano di Abramo, dell'Esodo e della Terra promessa.
Il vegliare acquista, in questo clima, il valore simbolico dell'attesa della venuta del Signore.
La ragione del carattere notturno di questa celebrazione sta nel significato del passaggio dalle tenebre alla luce come passaggio di Israele dalla schiavitù alla libertà, passaggio di Cristo dalla morte alla vita gloriosa, passaggio dei credenti in Cristo dalla morte del peccato alla vita divina.
Per antichissima tradizione questa è « la notte di veglia in onore del Signore» (Es 12, 42). In questa notte, «madre di tutte le veglie » (S. Agostino), ogni cristiano rimane in preghiera per celebrare la Pasqua di Risurrezione di Cristo e la propria Pasqua, rivivendo gli impegni del Battesimo e partecipando al sacramento dell’Eucaristia.

Liturgia della luce
Benedizione del fuoco, preparazione del cero, processione, annunzio pasquale
Il cero pasquale è simbolo di Cristo risorto, le candele che si accenderanno dal cero sono simbolo della vita nuova che il Signore ci comunica mediante lo Spirito santo nella sua Risurrezione.
Il cero viene portato processionalmente verso l'altare. Il senso di questa processione è: siamo il nuovo popolo di Dio, seguiamo Cristo risorto, luce del mondo.
Il canto dell'exultet annuncia il messaggio della Risurrezione e celebra le meraviglie operate da Dio nella storia della salvezza.

Liturgia della Parola
Sono proposte nove letture
La tradizione liturgica ci dice che la Scrittura va letta meditando e pregando.
Le prime sette letture sono tratte dall'Antico Testamento e ripercorrono la storia del Popolo di Israele nel suo cammino verso la salvezza guidato dall'intervento di Dio.
Dopo l'ultima lettura dell'Antico Testamento si accendono le candele dell'altare e si canta il Gloria.
L'ottava lettura è l'Epistola tratta dalla lettera ai Romani.
Dopo la proclamazione dell'Epistola: si canta l'Alleluia, acclamazione che contraddistingue il tempo pasquale.
La nona lettura è il Vangelo della Risurrezione

Liturgia Battesimale
• Canto delle Litanie dei Santi.
• Preghiera di benedizione dell'acqua battesimale.
• Celebrazione di eventuali Battesimi.
• La benedizione del fonte significa che la grazia del Battesimo non scaturisce dall'acqua come elemento materiale, ma dallo Spirito Santo che la santifica. Ciò viene espresso mediante il segno dell'immersione del
• cero nel fonte battesimale.
• Liturgia Eucaristica
• L'Eucaristia di questa notte è l'azione di grazie più alta e significativa resa dalla Chiesa al Padre, per averci dato il suo Figlio morto e risorto. Tutto ciò che la Chiesa compie durante l'intero Anno Liturgico converge in questa Messa e parte da questa Messa pasquale.
• Tutto il mistero cristiano è qui, tutta la meraviglia dei sacramenti, tutto il senso del destino divino degli uomini.

IL GIORNO DI PASQUA
La Pasqua è il culmine del Triduo pasquale, centro e cuore di tutto l’anno liturgico. È la festa più solenne della religione cristiana che prosegue con l’Ottava di Pasqua e con il tempo liturgico di Pasqua che dura 50 giorni, inglobando la festività dell’Ascensione, fino alla solennità della Pentecoste.
La Liturgia del giorno di Pasqua celebra l'evento pasquale come giorno di Cristo Signore.
Le letture accentuano il valore sacramentale della celebrazione della Pasqua che partecipata fa entrare in una condizione di vita nuova.



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