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Mons. Angelo Casino

Politica e cultura

Mons. Angelo Casino

Gravinaoggi ricorda don Angelo ripubblicando la lettera "autobiografica" che don Angelo scrisse e dedicò a suo nipote don Francesco Elia in occasione della sua ordinazione sacerdotale.


Insegna - Aiuta - Perdona

La meta è raggiunta, favorissimo Don Francesco. Tu sei sacerdote in eterno! Grandissimo dono di Dio! Sacerdote chiamato da Gesù per seguirLo veramente, non per carriera, ma per vocazione, dopo aver ascoltato la chiamata di Gesù e averGli dato la cordiale risposta: Eccomi! Mio carissimo Francesco: Tu hai detto si a Cristo, hai giurato di sguirLo, sempre, specie quando il mondo corrotto, anche se si dichiara religioso, tutto e tutti segue, tranne Gesù. Capisci bene che il Sacerdozio non è un mestiere, non è adattarsi al "cosi si usa", cominciando dal modo di comportarsi, di presentarsi, di parlare, di agire alla moda. Tu hai rinunziato a tutto e l'unico Tuo punto di riferimento è solo Cristo e la Sua Mamma che l'Arcangelo Gabriele salutò col vero nome: PIENA DI GRAZIA! Tu entri a far parte, sincera e convinta, di un ambiente che non sempre rispecchia il Cenacolo di Cristo. Spesso domina l'indifferenza e l'apparenza! Tu non hai da piacere a nessuno e non venderti, rinunziando al Tuo essere sacerdote. Tu sei Cristo in terra, e Cristo non si è venduto mai a nessuno, e ovunque si è dichiarato Figlio di Dio, senza paura e senza sottintesi. Se sei di Cristo, per Te Sacerdote, prima di Cristo non mettere nessuno. La S. Messa, la preghiera, il Santo Rosario, la Meditazione, il Silenzio siano sempre e ovunque i primi Tuoi amici. Non confonderli con la massa e non avvenga che per il Tuo modo di comportarti, di vestirti, di parlare, nessuno s'accorge che sei un sacerdote. E' l'inizio del Tuo fallimento! Cristo sia sempre la Tua guida, a tutti i livelli. Fermati spesso, con la preghiera e col silenzio. E non avere paura di nessuno! Ricordati che non il posto, il ruolo, il colore dei vestiti ti fanno grande, tanfo meno il denaro. Agire sempre con convinzione, vera, sincera, profonda, convinta e non lasciare mai i libri. Non farti pensionato della cultura, perché non si finisce mai di imparare. I tuoi veri ed inseparabili Amici siano sempre i libri. Non vergognarTi di loro. Tu sei Sacerdote, Cristo in terra, e Cristo è sempre donatore di pace e non di divisioni. Non vendicarti del male che riceverai e il tuo unico proposito sia sempre quello di aiutare tuffi, specialmente nel silenzio! Domani, chi avrai aiutato, in tutte le maniere, con denaro, posti ai lavoro,di concordia familiare, ti mostrerà le spalle. Non farci caso, il tempo è galantuomo. Chi ti parla o ti scrive ha già un libro bianco di vita vissuta. II tempo, che ti fa vedere le spalle di chi ti frequenta o ti frequenterà per finzione, ti farà riflettere e tu aiuterai tanti a non cadere in questi misfatti, che disonorano'e avviliscono la persona, a tutti i livelli. Donare, donare, donare: il tutto si può fare solo se si ama, senza frequentarsi per ciò che si possiede. E troverai tanto coraggio! Chi ama non ha paura: ecco Gesù! La pagina del Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima ci propone la risurrezione di Lazzaro. E Gesù da poco si era allontanato dalla Giudea perché lo volevano uccidere. Ma Gesù sfuggì dalle loro mani. Le sorelle di Lazzaro Gli mandarono a dire che il fratello era malato. Vieni E Gesù dice agli Apostoli: ritorniamo in Giudea. E i Discepoli: Maestro, poco fa i giudei cercavano di lapidarti e tu vai di nuovo tra loro? Gesù rispose: Andiamo. Perché? Amava molto Lazzaro. Andarono e già da quattro giorni Lazzaro era nel sepolcro. Gesù fremette e pianse. Era vero uomo! Il vero amore non si vergogna. Affronta tutti gli ostacoli, li supera, perché il vero Amore è sempre vittoria. Cristo ci chiama a lavorare per Lui, cioè ad amarLo in qualsiasi momento della nostra vita, con ogni prezzo! Per il Sacerdote: Cristo Lo chiama per nome, come chiamò Lazzaro, e il chiamare per nome la persona amata, è un atto inesprimibile di amore. Cristo, carissimo Don Francesco, Ti ha chiamato e la sua chiamata è un mistero di amore. Chi di noi sa spiegarsi perché Gesù ha chiamato Don Francesco e non un altro Giovane? Perché dalla Parrocchia Madonna della Grazia Gesù si è scelto nove sacerdoti, caso singolare nella città di Gravina? Cristo, amatissimo Don Francesco, Ti ha chiamato, ha chiamato altri otto tuoi amici della suddetta Parrocchia, per mistero dimore! Chi di noi sa spiegarsi il tutto? Nel demonio il tuffo suscita invidia, rancore, ma nei veri figli di Dio è gioia e gratitudine, a tutti i livelli! Gesù passa per tutte le strade, chiama chi vuole, come vuole, quando vuoi e, scavalcati do tutte le gerarchie, tutti i codici, tutti i così si usa! Tu sei un prediletto di Dio! Un frutto di una famiglia religiosa che conta un sacerdote e due Suore della Congregazione delle Missionarie del Sacro Costato. Che privilegio! Che gioia! Che gratitudine. Il Tuo unico obiettivo è far conoscere e amare Gesù. Come? Con la Tua vita religiosa. Celebri e Celebrerai la S. Messa: non sia un'abitudine, un mestiere! Sei a contatto con Gesù, sommo bene, e, quindi, mai fretta. La Messa è Messa quando il Sacerdote, per primo, sa con Chi sta. Vivo, Vero, in Anima, Corpo, Sangue e Divinità! Sempre vestito con dignità, non con scarpe da ginnastica, come lamentava Mons. Maggiolini. L'Altare non è un palco da teatro. La vera fede Ti porta ad essere sull'altare vero Sacerdote credente, non mestierante per "fare soldi" apparire cambiando anche fisionomia. Mai fretta con Cristo, mai chiasso e ricorda sempre che dove c'è chiassso, non c'è Cristo! Il tutto poi è frutto di convinzione e dignità. Carissimo Don Francesco, non farti mai mestierante del Sacro. Tu sei sacerdote ovunque. Non attenderti battimani, non illuderTi adattandoTi alle usanze diurne e notturne. Sii sempre promotore di unità familiare, di unione di preghiera, e insegna sempre che la famiglia è famiglia quando è unita. Non puoi celebrare la Santa Messa se eviti o ignori citi Ti ha cresciuto. Non dividere Genitori dai figli, con "incontri notturni". Il tutto è facile per chi usa il sacerdozio come mestiere. Non attenderti grazie da nessuno, a tutti i livelli Citi Ti parla, parla di vita vissuta. 52 Anni parroco nella stessa Chiesa-Santuario Madonna della Grazia. Inizio, chiesa poverissima, neanche il piattino per la Comunione e l'interruttore per accendere la luce. Pianete vecchie, sgualcite, quanta pena! Nessun armonium, neanche un camice decente. Il nuovo Inviato si azzardò, col proprio mensile scolastico, a comprare un armonium. Fu presentato la quarta domenica di Avvento del 1955. Dopo aver detto che il tutto costava 600.000, una nonna, seduta nei primi banchi, disse: Figlio mio, chi te l'ha fatto fare? Da zero, a grande ricchezza di pietà, di arte, di vocazioni, di iniziative uniche e irripetibili. Pellegrinaggi per la pioggia, per la pace, per la città, per i fanciulli abbandonati, gemellaggi con diversi Santuari, istruzione religiosa di fede, chiesa sempre aperta dal mattino presto sino alle ore 12, dalle ore 15,30 a tarda sera. Edicole Mariane, processioni di penitenza, Novena di quartiere, partecipazione di meraviglia, coraggio di fede e di gioia. Alla fine, dopo aver offerto sempre alla chiesa anche ciò che spettava come Parroco, alla fine chiesi il dovuto per il Parroco negli ultimi tre anni: risposta: non abbiamo soldi! Non possiamo darti nulla! E' la migliore ricompensa per 52 anni di vita parrocchiale. Scoraggiarsi? No! Pregare perché la fede non venga distrutta. Mai scoraggiarsi per dispetti, emarginazione, "farsi proprietari" di ciò che è stato donato. Gesù ci protegge, la Madonna ci aiuta. Coraggio, carissimo Don Francesco, non abbatterti! Non scoraggiarti! Patirai tanto! Ricordo nel 1955, 6 settembre, nel pomeriggio mi chiama Mons. Forzoni e mi affida la Parrocchia Madonna della Grazia per poco tempo, "fin quando sistemo le cose, e poi andrai a Roma per studiare Sacra Scrittura, al Biblico". Allora, laurea rara! Ma qualche mese dopo, il Vescovo mi chiama e mi dice di volermi nominare Parroco e mi fece sostenere un esame dinanzi a Lui e a due Sacerdoti. Don Poppino Pentimone e don Giovannino Colangelo. Subito dopo gli auguri del Vescovo e dei due Esaminatori. Don Giovannino Colangelo, Parroco di Ss. Nicola e Cecilia, mi abbracciò e mi disse: "Don Angelo, Auguri! Ricordati che la vita del Parroco è sofferenza quotidiana". Profeta di vita vissuta! Carissimo Don Francesco: è scritto nel libro della Imitazione di Cristo: "La vita di Cristo fu Croce e martirio". La Tua vita, perché Cristo in terra, non può essere diversa. La Tua vendetta? Preghiera e perdono. Tu sei chiamato Amico di Cristo, perché tutto ciò che Gesù aveva udito
dal Padre, te l'ha fatto conoscere. E Tu sei Cristo. E come Gesù: "Nessuno ha maggiore amore di chi da la propria vita per i suoi amici". Oggi, purtroppo, per moltissimi l'amicizia rimane sino a quando i nostri interessi, il nostro orgoglio, il nostro prestigio non viene toccato. La vera amicizia esclude l'interesse, il tornaconto, l'egoismo, tutto ciò che la possa soffocare. La vera amicizia è una seconda vita che nobilita la prima, la incoraggia, la eleva, la conforta, la edifica. Giustamente la Sacra Scrittura afferma: "Chi ha trovato un amico ha trovato un tesoro". E il tesoro non lo si trova tutti i giorni, né tutti gli anni, ma, forse una sola volta in vita. E quando l'amico è stato trovato, lo si deve tenere caro, proprio come il tesoro. L'amicizia vera è disinteressata e tende a nobilitare l'amico è non infastidirlo con inutili piagnistei L'amicizia è riposo, è servizio, è affetto, è voler bene. E il banco di prova è la sofferenza, il dolore, l'emarginazione, la solitudine. Il vero amico è chi ti sta a fianco e non per interesse. Oggi, purtroppo, a tutti i livelli, l'amicizia è tornaconto, ricatto, Invenzione di ogni genere per avere, per assicurarsi denaro ed altro. Incontrerai tanta brava gente, ma attenzione, troverai anche, e saranno di più, tanti che Ti frequenteranno per non avere altra via d'uscita: e sarai frequentato perché intelligente, nobile di spirito, perché occupi un posto importante e, a scadenza determinata, potrai servire. Dopo, parecchi ti sfuggiranno perché tu li hai ben conosciuti e, per farsi grandi frequenteranno chi non li conosce: il tutto non ti deve meravigliare. Quanti inchini! Quanti saluti! Quanti sorrisi di occasione. Non scoraggiarti, incontrerai tanta gente sola, abbandonata, tanti Genitori trascurati, ma
anche tanti figli abbandonati a se stessi, con soldi in tasca e senza affetto dei Genitori perché tra loro non si amano! Tu, per tutti questi, devi essere il samaritano, ricordi bene che Questi pagò l'albergo dove alloggiò il ferito trovato per strada! E ti viene subito in mente la parabola del Figliuol prodigo: quanti "amici" sino a quando, aveva soldi; tutti lontani quando non poteva neanche mangiare. Quanti hanno abbracciato lo stesso sfato, ma non per convinzione. Quante comunità, a tutti i livelli, con tanta freddezza, con tante particolarità, con tanti dispetti, perché ci manca la istruzione e la convinzione. Rapporti freddi di amicizia ti isolano, ti disorientano, ma come sempre, non bisogna scoraggiarsi. Al vero amico non si parla con sottintesi, non si oppone la finzione. La vera amicizia porta rispetto delle idee, dei gusti, porta all'interpretare sempre in bene le azioni degli amici; porta a migliorare l'amico sotto tutti i punti di vista; porta a non tacere nulla che possa, offuscare la sua condotta, Cristo è di Questi! Ecco l'amico, il vero amico, disposto a dare la sua vita! Ora ringrazia Tutti: i Tuoi Nonni: Antonio e Marietta e Francesco e Paola; i Tuoi Genitori, i primi educatori nella fede che Ti seguono con esempi e con la preghiera; i Tuoi Familiari, chi ti ha aiutato e Ti aiuta ad essere sempre Te stesso. Non fermarTi Ogni giorno Tu parlerai con Cristo, affidati sempre alla Tua Mamma di Grazia che Ti congeda la grazia quotidiana di essere sempre del Suo Figlio Gesù con gioia, amore, preghiera e perdono. Buon Apostolato, Carissimo Don Francesco e ogni giorno ricordati: "Io sono Cristo in terra". AUGURI!
don Angelo


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