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Cenni storici della Chiesa di San Francesco d'Assisi

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Gravina in Puglia Rosone Chiesa San Francesco


L'attuale chiesa di S. Francesco in Gravina non è la primitiva chiesa francescana, sorta verso la metà del 1300 nei locali del Monastero di S. Maria La Nova, appartenente ai Benedettini di Cava e della quale è scomparsa ogni traccia. Fu nel 1447 che il superiore Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Puglia, fra Madio da Otranto, concesse ai suoi frati di Gravina il permesso di edificare un Oratorio a S. Antonio di Padova. La statua in pietra del Santo, che vediamo nella nicchia sovrastante il portale d'ingresso al convento, e due archi ancora intatti, con i pilastri scanalati e i medaglioni, nei fabbricati retrostanti il campanile, ce lo testimoniano con estrema evidenza. Dopo il terremoto del 1456, violentissimo, al dire degli storici, che abbatté quella prima chiesa, i frati si videro nella necessità di costruirne un'altra: l'attuale che dedicarono non più a S. Antonio ma a S. Francesco. A proposito del summenzionato terremoto, il noto storico gravinese Nardone, nelle sue "Notizie Storiche Sulla Città di Gravina", dice di "Tener presente che Gravina è una città ricostruita quasi per intero nel 1500; e il grande impulso di quell'epoca non si spiega solo col terremoto, ma con l'accresciuta importanza e lo sviluppo economico raggiunto. Si possono ammirare un po' dappertutto molti edifici, alcuni fatiscenti, che ci riportano al rinascimento. Nomi grandi non ce n'erano, difatti l'edilizia è piuttosto rozza ed ingenua, ma i due monumenti più insigni di quel tempo, la Chiesa Cattedrale e S. Francesco, per la grandiosità e bellezza, non possono essere attribuiti ad artisti locali". Nardone affaccia addirittura l'ipotesi della presenza del Bramante (Donato D'Angelo 1441-1514). "Sappiamo, egli scrive, dell'intensa attività di questo celebre scultore e pittore nel suo periodo romano e il largo seguito che aveva. Il disegno dell'abside della Chiesa di S. Francesco, in modo particolare, e il lanternino ci fanno pensare a un grande maestro". Quando il Cardinale ORSINI, in data 15/05/1714 compì la Visita Apostolica alla Chiesa, nella sua relazione depreca, tra l'altro, l'esistenza di ben 12 altari che, per usare la sua espressione, "la deturpavano", tanto più che detti altari erano sistemati asimmetricamente, ed ordinò ai Padri di procedere alla loro demolizione, conservandone soltanto tre per ognuna delle navate laterali, collocandoli con perfetto ordine e simmetria tra la terza e la quarta, la quinta e la sesta, la settima e l'ottava finestra. La consacrazione della Chiesa avvenne il 09/06/1793. Cogliendo forse l'occasione dei restauri (eseguiti a spese dei frati) per i danni causati dall'aeremoto del 1687, Mons. Michele De Angelis, vescovo di Gravina (1792-1806) da appena un anno, sollecitato dal P. Guardiano del convento, P. Salvatore La Vecchia, compì "solemni ritu ac pompa" il suggestivo rito liturgico della consacrazione. Ciò è documentato dalla epigrafe che si legge sulla lapide apposta alla parete della navata laterale sinistra, sotto l'affresco del Crocifisso con S. Francesco e S. Antonio. Nel 1809, con la chiusura del convento, in forza della soppressione napoleonica, i frati furono costretti ad abbandonare anche la chiesa. Vi fecero ritorno nel 1931. La chiesa la trovarono chiusa al culto perché danneggiata dal pauroso temporale del 05/11/1929. Fu riaperta nell'aprile dello stesso anno 1931, in coincidenza della solennità della Santa Pasqua. Eretta dal Vescovo Mons. Giovanni Sanna, vescovo diocesano, il 31/10/1931 a parrocchia, il 16/01/1932, vi prese possesso il primo parroco nella persona del P. Luigi Guglielmi (+23 aprile 1950), presenti, dice la cronaca, una gran folla di fedeli e tutte le autorità ecclesiastiche, civili e militari della città. Negli anni successivi, ad iniziare dal 1948, la chiesa ha subito a più riprese lavori di riparazioni e di ripristino dello stile originale in più parti deteriorato. Ne elenchiamo alcuni dei più importanti:

a) scrostamento delle colonne dipinte al tempo di Mons. Vincenzo Salvatore (1872-1899) con vernice ad olio di un verde mal intonato;
b) rimozione del coro con i suoi 23 sedili di noce intagliato perché gravemente corroso dal tarlo;
c) demolizione del soffitto ligneo a cassettone, con tavole di abete dipinto a quadrati sparsi di rose e con al centro la grande tela della “SS. Concezione di Nostra Signora”, ora collocata sul muro di fondo della navata destra, ripristinando l’originale soffitto a capriate;
d) demolizione degli altari siti nelle due navate laterali ad eccezione di quello di S. Antonio, e ristrutturazione dell'altare maggiore, spogliato delle sovrastrutture di ordine barocco e ridotto alla sola mensa, rivestendolo con parte marmi del preesistente;
e) 1995/97: ammodernamento dell'impianto del riscaldamento e del meccanismo del suono delle campane, aggiungendone una quarta alle tre già esistenti;
f) 1998: completamento dei lavori di restauro dell'organo a cura della Sovrintendenza delle Belle Arti di Bari, lavori iniziati nel 1990, e rifacimento di tutto l'impianto elettrico in ottemperanza alle recenti norme legislative a riguardo.
Quanto detto testimonia con estrema evidenza la solerte e costante cura dei frati di S. Francesco per ridare alla loro bella chiesa la genuinità e lo splendore delle origini e potervi celebrare con il dovuto decoro e solennità i Divini Misteri.

Convento-Chiesa San Francesco d’Assisi in Gravina in Puglia, dei frati Minori Conventuali, 1998.

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