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Raffaele Loglisci, tenace modellatore di Cola Cola a Gravina in Puglia

Politica e cultura

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La Cola Cola simbolo della creatività popolare gravinese collocata all'ingresso della Città


Raffaele Loglisci, gravinese, maestro produttore di Cola Cola, il fischietto in terracotta simbolo della creatività popolare di Gravina in Puglia, è rimasto l'unico a modellare e colorare la creta, dopo una lunghissima esperienza dei fratelli Vincenzo e Beniamino Loglisci, artisti gravinesi con la "creta nel sangue", protagonisti in tante mostre internazionali di manufatti in terracotta, degni di rappresentare la città di Gravina e la sua storia.
Raffaele, classe '59, rimasto orfano di papà Onofrio all'età di sette anni (terzo di cinque figli) fu avviato a pascolare sulla Murgia barese, nelle masserie degli agrari con la modesta paga costituita da derrate alimentari per la sua famiglia. La mattina la trascorreva a guidare il gregge e la sera ad apprendere l'arte di lavorare il tufo e l'argilla. Raffaele ama questo lavoro. E' orgoglioso di aver acquisito competenze e abilità nell'arte di lavorare la creta, patrimonio tradizionale dell'artigianato gravinese.
Una volta, la vendita del fischietto gravinese denominato Cola Cola avveniva principalmente presso il Santuario di Picciano (Matera). I pellegrinaggi religiosi, in particolare quelli che si svolgevano in primavera presso il santuario mariano di Picciano, rappresentavano la principale occasione di vendita della Cola Cola. In quel periodo il Santuario era così affollato di fedeli che di domenica non si poteva quasi entrare in chiesa. A Picciano si andava a piedi o con il traino, tirato da cavalli o muli, spesso preso in affitto. Era bello andarci. Si socializzava, si contrattava, si coltivavano i rapporti di buon vicinato ed Il fischietto era il primo ricordo del pellegrinaggio.
Questi fischietti hanno il fascino dell'oggetto d'altri tempi. Vengono cotti in una piccola fornace a legna e dipinti con rudimentali pennelli. La lavorazione inizia dopo le feste di Natale, si modella per tutto l'inverno e la cottura avviene in primavera. L'estate si dipinge e si fa la provvista della creta per l'inverno. La Cola Cola è stata sempre modellata interamente a mano. Con lo stampo non ha valore, non ha nessun senso. Mentre la cottura avveniva esclusivamente nella fornace a legna, a temperature di 700 - 800 gradi. Raffaele Loglisci possiede un forno in campagna. In passato i "pezzi" veniva portati alle "fornaci di Gravina", tant'è che oggi si conserva ancora la via dove erano ubicate. Per la decorazione si fa uso di pennelli artigianali, costruiti con canne, peli di cinghiale o di cavallo e filo di rame. La Cola Cola a Gravina rappresentava la gazza ladra. Oggi assomiglia più al cuculo. In passato era un giocattolo per bambini, che si metteva in tasca perché il giocattolo era costruito senza il piedistallo.
Raffaele Loglisci sostiene che con la sola produzione dei fischietti in terracotta non si riusciva a mantenere una famiglia. Per guadagnare bisognava "industriarsi" alla meglio, in campagna, magari a raccogliere e vendere funghi, legna, lumache e quello che la Murgia barese offriva. Erano anni duri. Raffaele in questi anni di crisi economica non si è scoraggiato, ha continuato imperterrito a modellare e colorare la creta nonché a lavorare il tufo. E gli oggetti della tradizione artigianale gravinese che Raffaele realizza possiedono un fascino particolare ed un' attrattiva straordinaria. Raffaele Loglisci svolge l'arte di produrre Cola Cola e manufatti in tufo a Gravina, nel suo laboratorio nel centro storico in via Nunzio Incannamorte n° 41, nonché presso la sua abitazione in via Indipendenza n° 119. (Info: 080 32699868 / 3459611328).
Raffaele Loglisci è sempre disponibile a partecipare a qualsiasi manifestazione sulle tradizioni popolari. La Cola Cola è ormai il simbolo che rappresenta la città di Gravina in Puglia. Il "Museo dei Cuchi" di Cesuna - sull' Altopiano di Asiago - Provincia di Vicenza (Italia) - ha adottato la Cola Cola come proprio logo. La Camera di Commercio di Bari da diverso tempo utilizza la Cola Cola come logo per pubblicizzare i prodotti di eccellenza dell'artigianato pugliese. All'ingresso della città di Gravina, per chi proviene da Bari, una Cola Cola gigante domina la strada statale e invita i più curiosi a scoprire le tradizioni di un popolo laborioso come quello di Gravina. Il sindaco di questa città, dott. Alesio Valente, racconta con emozione l'incontro avuto con papa Francesco a Roma il 25 novembre 2013, durante il quale donò al Pontefice una riproduzione in terracotta della "Cola Cola" di Gravina in Puglia. La Cola Cola, uno dei simboli della creatività popolare, ha assunto i colori sgargianti del giallo, del verde, del blu e del rosso. Il suono della Cola Cola ci ricorda l'arrivo della bella stagione. Dalle ricerche storiche del prof. Tobia Granieri riportiamo questo particolare: "… la Cola Cola incarnava anche una funzione propiziatrice, le veniva attribuita anche la virtù di allontanare le forze negative, le forze del male con la prevalenza del colore rosso, colore scaramantico per eccellenza. Un oggetto magico, dal suono bitonale, legato alle radici profonde della nostra terra".
Raffaele Loglisci, che ha partecipato in questi ultimi anni a diverse trasmissioni sulle reti RAI. La sua Cola Cola è stata premiata nel 2008 dalla Regione Basilicata come "Miglior fischietto tradizionale " . Raffaele è sponibile ad insegnare ai giovani l'arte della lavorazione del tufo e della creta, riconducendoli così alle origini del patrimonio della tradizione popolare gravinese per riscoprire i valori perenni che si vanno purtroppo perdendo.
(m.g.)

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