La vita di Giuseppe Di Vittorio è un film

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La vita di Giuseppe Di Vittorio è un film

Città e territorio
Il film su Giuseppe Di Vittorio lo rivedremo su Ra1 venerdì 1° Maggio 2020.  […] Per Giuseppe Di Vittorio (1892 - 1957), sindacalista e figlio di braccianti, nativo della vicina Cerignola (Foggia), i braccianti e i contadini erano considerati "l'ultima ruota del carro sociale". In quegli anni seppe incoraggiare e guidare le lotte, per il pane e il lavoro, per la dignità umana e per la sopravvivenza. Lotte contro i proprietari terrieri, gli Agrari latifondisti del Mezzogiorno d'Italia, riluttanti agli ingaggi della manodopera bracciantile. Da quelle lotte emerse la figura e l'opera di un grande uomo politico, un sindacalista rispettato, un antifascista convinto. Giuseppe Di Vittorio fu esponente autorevole del sindacato italiano del secondo dopoguerra, fondatore della CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro). Non a caso la RAI nel 2009, promosse e realizzò una fiction, "Pane e Libertà", per raccontare la vita di Giuseppe Di Vittorio. In due puntate il film commosse l'Italia intera, su RAI UNO, con la regia di Alberto Negrin, Giuseppe Di Vittorio viene brillantemente interpretato da Pierfrancesco Favino. Coinvolgenti sono le musiche di Ennio Morricone. Le scene sono state girate quasi tutte a Gravina, nel centro storico e negli ambienti della Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi". Giuseppe Di Vittorio ripudiava qualsiasi forma di violenza ed intolleranza. Si fece promotore di diverse azioni concrete per garantire la convivenza civile, nelle campagne e nei posti di lavoro, in una fase delicatissima della Ricostruzione nella democrazia. Giuseppe Di Vittorio veniva spesso a Gravina. Con i suoi comizi in piazza della San Agostino,mobilitava migliaia di persone, quasi tutti braccianti dei rioni antichi Piaggio e Fondovito. Gravina amava Di Vittorio, lo seguivaperchè rappresentava la speranza di un riscatto sociale, il recupero di una dignità calpestata da gente senza scrupoli. Alcuni uomini hanno scelto di mettersi in gioco per uno scopo più grande, per un sogno di libertà e di giustizia che purtroppo, nonostante le tante battaglie già combattute, ancora è lontano dall'essere completamente realizzato.Uno di questi uomini è Giuseppe Di Vittorio, che nasce "cafone", nel senso di bracciante agricolo, e diventa Onorevole, grazie alla propria forza di volontà e ad un'inesauribile voglia di riscatto, per la quale gli fanno da guida le figure tragiche della propria infanzia: quella del padre Michele e quella dell'amico Ambrogio, entrambi morti per colpa della natura disumana dei latifondisti di cui erano schiavi […].

Dal libro di Michele Gismundo “La Ricostruzione a Gravina in Puglia 1943-1947, Fatti che sollecitarono i braccianti alla lotta, Ed. Centrostampa, Matera 2017”.

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