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Domenico Nardone (1878-1943)

Città e Territorio

Gravina in Puglia Domenico Nardone


Domenico Nardone nacque a Gravina in Puglia il 5 febbraio del 1878 da Salvatore e Rosa Trotta. Sulle origini della sua famiglia, Lui stesso ci fornisce qualche ragguaglio mediante un manoscritto, conservato fra i documenti dell'Archivio Storico della Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi", su cui è annotato: "...II più antico e sicuro ricordo del Casato NARDONE di Gravina in Puglia, si ha con un FRANCESCO nato da Michele e Rosaria Carulli Panno 1760. Suo padre, modesto agricoltore, possedeva una casa nell'antico rione PIAGGIO, e propriamente, quella a pie della Cattedrale, contrassegnata all'esterno da un monumentale camino sovrastante i tetti..." Ma, per tornare al nostro Domenico, questi, completati gli Studi di ogni ordine e grado, si laureò nel 1904 in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Napoli. Subito dopo, partecipò ai corsi per Allievi Ufficiali presso la Scuola Militare di Sanità di Firenze, a conclusione dei quali gli fu assegnato il grado di Sottotenente Medico. Dal matrimonio con Maria Oliva Antonia Popolizio, consacrato nel 1908, nacquero cinque figli: Rosa Bianca Elena, Salvatore Michele Ettore, Girolamo, Michele e Girolamo Vincenzo Elio. Nell'esercizio della libera professione, riscosse notevoli e unanimi apprezzamenti per l'amorevole e solidale dedizione con cui si adoperava per curare gli ammalati e ciò non gli impedì di partecipare attivamente alla vita politica e sociale della nostra Città, ne di dare l'avvio alla pubblicazione dei suoi primi lavori di ricerca di Storia Patria, alla cui elaborazione si era dedicato, già da studente, con notevole ardore. Dal 1915 fu impegnato, col grado di Maggiore Medico di Complemento, sul fronte del primo conflitto mondiale, a PLOVA sulle rive del fiume Isonzo, prestando la sua assistenza ai militari che partecipavano alla guerra: fu certamente per Lui un grave ed intenso momento di vita, costretto, come fu, a cumulare il dolore per la perdita del figlio Michele e per quello che viveva, giorno dopo giorno, nel contesto dell'immane tragedia di un evento che seminava lutto e distruzione. Nonostante tutto, il suo animo trovò la forza per esprimere - in versi - i contorni spirituali di tanto dramma umano, componendo diverse poesie, tra cui spiccano per lo struggente accoramento, “Alle Alpi" , "Scoppio di granata" e " A Piova": in quest'ultima si legge, tra l’altro, "...Bersaglio maledetto di granate, di popolo di tombe di caduti e molte croci ormai stanno a dire, or siamo noi a Piova gli abitanti"..." ...diran le croci, ma nessun saprà, quello che soffriste Voi, che solo la terra che vinceste liberando, la terra che cadendo vi raccoglie ..." Nell'adempimento del suo dovere si coprì d'onore, meritando encomi e riconoscimenti solenni per l'impegno profuso in qualità di medico. Tra l'altro, fu insignito del titolo di Commendatore dell'Ordine dei Cavalieri della Corona d'Italia, gli fu assegnata la Croce di Guerra 1914-1918 e una Medaglia di benemerenza per la salute pubblica. Intervenuto l'armistizio, continuò il suo impegno presso l'Ospedale Militare di Bari e questo fu l'ultimo incarico militare, prima di essere collocato in congedo: era il 1921. Tornato a casa, ripensò all'antico progetto della pubblicazione del suo lavoro "Notizie Storiche sulla città di Gravina" cui tanto aveva atteso e che era quasi pronto per la stampa, avendo bisogno solo di qualche piccola revisione e del confortante oltre che autorevole placet della Commissione Provinciale di Archeologia e Storia Patria di Bari. Nel 1922, la Tipografìa Attolini di Gravina portava a compimento l'operazione di stampa del tanto sospirato Volume che, nonostante qualche imperfezione storica, subito suscitò notevole interesse. Tutto ciò, però, fu opportunamente bilanciato dal fatto che lo stesso Autore, per eccesso di modestia e forse anche consapevole del "rischio" che si annidava nella critica degli storici, dalla circostanza del Titolo che Egli volle dare al suo lavoro ossia "Notizie Storiche....". Nessuna pretenziosa pomposità ! Tuttavia, il ricordo del Dott. Nardone viene tenuto in forte considerazione ed amorevole gratitudine a Gravina non soltanto per questa Opera, ma anche per essere stato l'Autore di numerose ricerche storiche, sociali e scientifiche che rimangono, pur a distanza di tanto tempo, un saldo riferimento culturale. A tanto si aggiunga il fervido impegno sociale e politico che lo portarono a ricoprire l'incarico di Commissario Prefettizio e quello di Podestà della nostra Città. Positivo consenso ebbe, altresì, l'attività che il dott. Nardone svolse in qualità di consigliere d'amministrazione e direttore onorario del museo e della biblioteca della Fondazione Pomarici Santomasi. Ma faremmo torto all'immagine storica e alla non comune statura morale del nostro grande concittadino, se non dessimo conto del fatto che Egli, nel 1940, fece dono alla Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi" della Sua Opera, cedendone all'Ente la proprietà letteraria, accompagnando tale nobile gesto con una lettera che rese solenne una volontà che molti benefici culturali ha arrecato a tanti giovani gravinesi e non. Il dottor Nardone, nel compianto generale della Città e di quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne le doti di profonda umanità, si spense il 1 marzo del 1943. Sapiente e saggio, egli appartiene al novero di quei nobili spiriti che onorano la propria Terra, ne esprimono e custodiscono, in ogni tempo, i più alti valori, ne illuminano il cammino, specie nelle ore più difficili. La figura del Nardone si è ingrandita nel tempo e più s'ingrandirà, perché la sua vita esemplare, la sua opera salda e viva sono una perenne sorgente di luce, un consolante messaggio di fiducia e di amore per la propria Terra. Il suo lavoro e il suo impegno sono patrimonio del passato che si proiettano, con veemenza verso il domani: sono ancora parole nuove da diffondere, fede da suggerire, entusiasmo da comunicare. Per serbarne riconoscente la memoria, l'Amministrazione Comunale di Gravina dedicò, diversi anni fa, al dottor Domenico Nardone la denominazione di una via della Città, quasi a voler suggellare il senso di gratitudine nei confronti di un UOMO che tanto bene ha voluto alla Sua amata Patria.

Adele lannuzziello

Gravina in Puglia Via Domenico Nardone

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