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Basilica Cattedrale - Gravina in Puglia

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La Basilica Cattedrale di Gravina in Puglia
Un bellissimo edificio edificato dai normanni nell’XI secolo.


La Basilica Cattedrale di Gravina in Puglia, un bellissimo edificio di stile rinascimentale con avanzi gotici e romani. Fu edificata dai normanni nell’XI secolo. Il normanno Unfrido d'Altavilla la volle a ridosso della sua residenza. Egli, con questa donazione restituì alla città la Sede episcopale allora soppressa per motivi bellici, e per mancanza di sostentamento economico. La nuova Basilica fu, in ordine cronologico, la quarta Cattedrale della città dopo le chiese grotte di San Michele e San Marco, la terza di San Giovanni Battista. Purtroppo, nel secolo XV, per un'incendio verificatosi nel 1447 o per il terremoto del 5 dicembre 1456, che provocò danni in varie regioni d'Italia, la primitiva cattedrale andò quasi completamente distrutta. Non esistono purtroppo documenti che possono confermare l'accaduto, se non un bassorilievo che riproduce una chiesa in fiamme che potrebbe essere identificata per la cattedrale. Con essa fu distrutto anche il castello degli Altavilla e l'episcopio. D'antica cattedrale resteranno solo alcuni avanzi romanico-gotici, come il rosone della fiancata sud-est, o le originali basi delle colonne, con zampe leonine agli angoli del plinto, le stesse colonne, sette per parte, che dividono il tempio in tre navate. Grazie alla munificenza del vescovo di Gravina Matteo D'Aquino, collaborato dal Duca Francesco Orsini e dalla città si potè dare il via alla nuova costruzione che avvenne sulla stessa pianta, e le fabbriche rimaste in piedi a ricordare con i loro ornati l'antica arte romanica, furono sapientemente incorporate nelle nuove. La facciata principale è ornata da un rosonea ventiquattro razze e da una serie di mascheroniL’interno è a pianta basilicale con tre navate divise da quattordici colonne sormontate da capitelli di diverse fogge che reggono arcate a tutto sesto. Le bifore rinascimentali ricordano gli antichi matronei romanici. Il soffitto barocco è in legno intagliato e dorato, impreziosito da cinque grandi tele. L’arco di trionfo, è sorretto da due grandi colonne di stucchi dorati.. Al di sopra dell’arco sono scolpiti gli stemmi: del Capitolo, della Città di Gravina, della famiglia Orsini e dell’Ordine dei domenicani. A sinistra dell’ingresso principale, sul primo altare troviamo una tela del Bardellino, datata 1779, rappresentante la “Sacra famiglia”.il “Cappellone del Santissimo”, fatto costruire nel 1631 dal vescovo Arcasio Ricci ivi sepolto. Il monumento funebre è in marmo intarsiato, opera di maestranze carraresi,lo sovrasta il busto, che riproduce le sembianze del presule, commissionato a Francesco Mochi probabilmente dal fratello del vescovo. Il pavimento originario era in maiolica colorata recanti l'emblema del Ricci, successivamente il pavimento fu rimosso e le mattonelle sono momentaneamente conservate nel Museo Pomarici Santomasi. L'altare originario, in legno intarsiato, fu sostituito da un altare in marmo sul quale nel 1633 fu collocato lo splendido ciborio a tempietto in marmo con madreperla e lapislazzuli opera documentata di Cosimo Fanzago al quale fu commissionato da mons. Domenico Cennini de' Salamandra il cui emblema compare nel basamento. Nel cappellone è ubicato un raro organo del seicento. Nella navata opposta, trovasi un altare con un Crocifisso ligneo del ‘600, accanto la “Presentazione di Maria al Tempio”, altorilievo datato 1538. Segue “La Pentecoste”, del maestro locale Francesco Santulli, 1705. Sull’ultimo altare la statua policroma dello scultore Stefano da Putignano, raffigurante S. Michele protettore della città. Il presbiterio è costituito in gran parte dell'antica cattedrale romanica, rimane separato dalla navata centrale da una balaustra di marmo policromo, con relativo cancello in ottone massiccio fatti realizzare nel XVII secolo dal cardinale Domenico Orsini e dal vescovo di Gravina Nicola Cicirelli. Nella sacrestia è conservato un artistico Bancone di noce massiccio,finemente intarsiato anche all'interno dei cassettoni e delleNella parte sottostante alla Cattedrale troviamo la Chiesa di Santa Croce conosciuta come "soccorpo della Cattedrale" o "lamia dei morti". La trasformazione attuale si deve al vescovo di Gravina Arcasio Ricci che nel 1633 la trasformò in tempio, ampliato e officiato. Era sede di confraternita sostituita da una congregazione di preti. E' a tre navate, con diverse sepolture dal secolo XVI al secolo XIX.



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