Antonio Giulio Picci, un vero bomber che vive il calcio con semplicità

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Antonio Giulio Picci, un vero bomber che vive il calcio con semplicità

Città e territorio
La bacheca Facebook del giocatore, in rosa Fbc Gravina dal dicembre 2016, Antonio Giulio Picci è costantemente intasata da messaggi di affetto, di gratitudine, di stima.  Un attaccante che ha sempre dato tutto, un vero bomber,  un uomo che vive il calcio con semplicità e passione. E' nato a Bari 32 anni fa. La squadra del Bari lo "trattenne" per 13 anni tra le fila giovanili, ma  non si è mai scomposto, ha sempre voluto raggiungere il proprio sogno, calcare palcoscenici importanti, e alla fine ci è riuscito, non con la maglia della propria città ma con una maglia che ha amato e ama tuttora, in una carriera fatta di sali e scendi, senza rimpianti: “l’importante è dare sempre tutto ed io do sempre il massimo, chi mi conosce lo sa”. Antonio, così lo chiamano tutti, ha registrato consensi e successi ovunque. Indimenticabile la vittoria del girone H in serie D nel 2011-2012 con il Martina Franca, una annata straordinaria con risultati personali notevolissimi, che attirarono su di lui l’interesse di molte società prestigiose.  A Brescia venne amato per il suo impegno, per il suo entusiasmo, per la sua applicazione negli allenamenti, divenne un vero e proprio tormentone tra cori, striscioni e magliette. E così l’intera città lombarda si ritrovò a condividere il sogno di un ragazzo venuto dal basso, di un calciatore che a 27 anni era in procinto di conseguire, dopo tanti sacrifici, l’obiettivo che si era prefisso: “un’esperienza unica a Brescia".  In Lombardia lo ricordano ancora, soprattutto per la sua disponibilità e cordialità verso i tifosi, la sua maglia sudata, la sua umiltà, le sue lacrime di gioia che valgono più di mille giocate. Antonio continua a dimostrare a tutti che  non serve essere un fenomeno per entrare nel cuore delle persone e che se in un sogno ci si crede prima o poi si avvera: “i risultati si possono raggiungere solo con la determinazione, cioè la volontà, la voglia".  A Matera, per esempio, Antonio arrivò dal Barletta e portò i lucani in vetta e quindi alla prima storica promozione nel calcio professionistico. La piazza si innamorò di lui, dei suoi gol, ma qualcosa a fine anno non andò per il verso giusto. Il segreto dell'attaccante barese è che non ha mai dimenticato da dove è partito, dove è nato: "non smetterò mai di sognare, ci credo ancora oggi, spero magari di tornare in B. Se arriverò bene, altrimenti pazienza". Se per Antonio il calcio è una malattia, vorremmo che lo fosse anche per gli sportivi dell'Fbc Gravina. Per continuare a sognare insieme, sperando che la sua storia possa arricchirsi di nuovi ed  entusiasmanti capitoli. Auguri Antonio, beniamino gialloblu, sinceramente amato da tutta la Gravina sportiva.
La redazione

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