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Vincenzo Ragni (1643-1693)

Città e Territorio

Interno della Cattedrale di Oppido Mamertina


Nobile di Gravina. Nato a Napoli il 4 settembre 1643 da Carlo e Maddalena Sassonia di Gravina. Entrato nell'Ordine Benedettino, divenne dottore in Teologia con lo studio su Padova nel 1662 ad Aversa. Fu ordinato sacerdote nel 1666. Fu promosso vescovo ed egli stesso supplicò il Papa di essere assegnato alla Chiesa di Santa Severina o di Oppido Mamertina. Fino ad allora non aveva rivestito alcuna carica, perché la costituzione benedettina non permetteva che si dessero incarichi a monaci senza esperienze. Aveva svolto, infatti, solamente la funzione di confessore in Roma, nel cui ufficio si distinse in maniera esemplare, dirigendo messe cantate, frequentando con assiduità e devozione i Sacramenti, di cui diventò vero modello di fede. Per questo e per la vita, che aveva sino ad allora condotto, e per i suoi ottimi costumi era stato reputato "buonissimo" dai confratelli. Pur nella sua giovane età, dimostrò di possedere la prudenza e l'esperienza indispensabili al grande compito di rettore di Diocesi. La sua consacrazione episcopale, di cui fu incaricato il cardinale Francesco Nerli, avvenne a Roma il 4 marzo 1674. A testimonianza delle capacità del promovendo vescovo, furono scelti due suoi stessi confratelli, il padre Giovita Tizzano, napoletano e decano del monastero di Cassino, e Giovita Vitale, romano e abate del monastero di San Giacomo di Ragusa. La Diocesi, che attendeva il novello Pastore, non offriva più i soliti frutti della Mensa che, tra un' Ordinario e l'altro, si erano notevolmente ridimensionati. Mons. Ragni, appena insediatosi, cominciò con fervore a svolgere il suo impegno con generosità e abnegazione. Nel novembre del 1674 effettuo una prima visita pastorale ai paesi della Diocesi; nell'anno successivo provvide a portare personalmente a Roma la sua prima "Relatio ad Limina". In occasione della "Visita" poté rendersi conto che i costumi non erano malvagi e che tutto si svolgeva pienamente e religiosamente. Il culto di Dio, della Madonna e dei Santi era promosso dai fedeli, che in gran numero alla loro morte lasciavano molti "Legati". Mons. Ragni tuttavia era afflitto nel constatare che alcune chiese erano frequentate da diaconi selvaggi e a tal proposito agì pubblicando degli editti e svolgendo una accanita opposizione con le armi spirituali di cui disponeva. I risultati della lotta non ottennero riscontri positivi. Negli anni successivi provvide a visitare le chiese sia personalmente che tramite Vicario. Al suo tempo non esisteva la prebenda teologale nè un Seminario per la naturale scarsità di rendite. Molti nemici ebbe in Terranova, tra i quali un sindaco che lo stesso Ragni aveva fatto arrestare per motivi ancora ignoti. L'ultima "Relatio" è datata in Napoli 24 maggio 1692. Con lui dimorò in Diocesi anche il fratello chierico, don Giacinto, che divenne amministratore della giustizia in Terranova. Non vi sono certezze sulla sua morte né sul luogo della sua sepoltura.

Gravina in Puglia Via Vincenzo Ragni

Via Vincenzo Ragni

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