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Santa Lucia

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Gravina in Puglia Santa Lucia

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CENNI STORICI

La chiesa-grotta Santa Maria de Linares (o della Neve o de Plagio, in tempi più recenti Santa Lucia) era ubicata nel rione Piaggio, nel grande cavato a ridosso della grave erosa dalle acque del torrente Gravina. Qui svolse la funzione di punto di aggregazione per gli abitanti delle grotte circostanti come luogo di culto mariano tra le altre chiese-grette dedicate ai santi orientali: San Basilio e Sant'Andrea. E' stata chiesa-benefìcio, riportata nelle fonti anche come Abbazia. In tempi remotissimi è stata di certo la chiesa di un complesso monastico di ordine benedettino, guidato da un abate, il padre spirituale capace di ammaestrare i monaci, ma anche il rettore materiale della comunità. Chi aveva la cura della chiesa-grotta ha continuato ad avere il titolo di abate nel tempo, a ricordo di una esperienza di vita spirituale ormai scomparsa. Don Angelillo de Clementellis è uno degli abati che ricorre nella documentazione (1483); seguono vari esponenti della famiglia D'Erariis, che quasi in contemporanea curavano anche la cappella dedicata a Santa Maria della Neve in Cattedrale. Sicuramente il culto di questa Madonna era fortemente sentito, tanto da presentarsi in due luoghi diversi, ma affidato alla stessa famiglia D'Erariis, particolarmente devota. Il grande culto per Santa Maria della Neve può spiegare i numerosi lasciti in benefìcio dell'abbazia, tra cui sono annoverati: orti con grotte "prope ecclesiam", una casa "prope ecclesiam que dicebatur lo hospitale in plagio, que cripta est subtus scalas quibus descenditur in dieta ecclesia...". La presenza degli orti avvalla l'ipotesi che la chiesa di Santa Maria de Plagio fosse legata a una comunità di religiosi; infatti, era una costante di tutte le realtà monastiche avere degli orti dove si coltivavano le erbe destinate alla confezione dei tarmaci e, quindi, alla costituzione della farmacia. Un ospedale vicino la chiesa si spiega agevolmente perché era una struttura indispensabile sia per il villaggio-rione, sia per la comunità monastica, sia per i pellegrini che transitavano per i luoghi sacri di Gravina prima di partire verso la terra Santa, o di ritorno di là. Quindi, si deduce che intorno al luogo sacro mariano pulsava una intensa attività laica e religiosa: era, in sostanza, uno dei fulcri gravitazionali della Gravina medievale. Nel sec. XVI la chiesa-grotta presentava due porte di accesso e quattro finestre; all'intemo aveva un altare maggiore, tutto di pietra con tré gradini di accesso, al di sopra del quale c'era "una figura Visitationis" con due angeli di legno ai due lati dell'altare. Presentava una "cona, ex tela, cum figura Vìsitationis (a Santa Elisabetta) et superius cum figura Santi Hieronimi..." La chiesa, sul lato sinistro, aveva la cappella di Santa Lucia, tutta di pietra con un gradino di accesso; sull'altare una "cona, ex tela, cum figura Santa Lucia nova cum cornicibus ligneis". La devozione per la martire siracusana doveva essere notevole e fortemente sentita, se nel 1574, durante la visita pastorale di Monsignor Bosio, primo devoto della santa, si contavano ex-voto d'argento in grande quantità. La chiesa era dotata di una piccola sacrestia con altare, dove il sacerdote indossava o dimetteva gli abiti per le celebrazioni; aveva anche un fonte di acqua benedetta, un campanile con campanella, una cisterna trasformata in luogo di sepoltura. Nella seconda metà del sec. XVII, ed esattamente nel 1686, la chiesa di Santa Maria del Piaggio o di Santa Lucia si presenta in una situazione architettonica nuova. E' accaduto qualcosa? Un terremoto, un aereomoto, uno slittamento della roccia? Una cosa è certa. La configurazione della chiesa nella descrizione delle fonti è cambiata. L'ambiente si presenta sotto forma di "lamia, seu stanza ex tupho, seu petra noviter manu etìam fabrili conditum"; il pavimento è "compositum lateribus manufabrilf; ha un unico altare "cum simulacro religioso ligneo inaugurato Santa Lucia". E' l'inizio di una storia nuova, quella che arriva fino ai giorni nostri. E' la storia della piccola chiesa, che è stata anche parrocchia, che è sopravvissuta per più di tre secoli ed è lì a testimonianza di un percorso di spiritualità legato senza interruzione a quello di origine medievale. La chiesa-beneficio di Santa Lucia (ex Santa Maria de Linaris, o Santa Maria della Neve, o de Plagio) ha goduto fin dall'inizio di parecchi beni immobili, di cui oggi resta solo un giardino con grotte (sei ambienti di varia ampiezza a diversi livelli), adiacente la stessa chiesa. Il complesso è a ridosso della gravina, in uno stato di totale abbandono; fino a qualche secolo fa era utilizzato per fare vino (vi erano due palmenti, oggi ne è rimasto uno), per depositarlo e per conservare altro materiale. L'immobile oggi non frutta nulla alla chiesa - benefìcio di Santa Lucia, ma il suo recupero è necessario ed interessante per motivi paesaggistici e per ragioni propriamente culturali. Si augura la completa valorizzazione del sito comprensivi della chiesetta di Santa Lucia, delle tre absidi sospese della ex chiesa di Santa Maria de Linaris (o della Neve, o del Piaggio), del piano e sottano prospiciente la gravina.

Prof.ssa Marisa D’Agostino

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