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La Cassazione, parlare male su facebook è reato di diffamazione

Politica e cultura


Chi parla male di una persona su Facebook, senza nominarla direttamente, ma indicando particolari che possano renderla identificabile, va incontro a una condanna per diffamazione. Quindi è reato esprimere sul social network espressioni diffamatorie nei confronti di chiunque. Lo ha sancito, con chiarezza, di recente la Cassazione. La notizia è stata riportata su tutti i giornali.
Così i giudici della Prima sezione penale della Corte di Cassazione in una sentenza depositata in data 1° ottobre 2015:
"Ai fini dell'integrazione del reato di diffamazione è sufficiente che il soggetto la cui reputazione è lesa sia individuabile da parte di un numero limitato di persone, indipendentemente dalla indicazione nominativa". Il reato di diffamazione non richiede il dolo specifico, essendo sufficiente ai fini della sussistenza dell'elemento soggettivo della fattispecie la consapevolezza di pronunciare una frase lesiva dell'altrui reputazione e la volontà che la frase venga a conoscenza di più persone, anche soltanto due".
Facebook, oggi, è strumento informatico utile, divertente, istruttivo, di informazione e di interazione umana, capace di incidere sugli stili di vita e sulla personalità di ciascuno. Bisogna farne un uso civile, di corrette regole del diritto e della convivenza umana.
Tutti i siti internet nonché le testate della carta stampata fanno uso di facebook. nella diffusione delle informazioni. E il rispetto delle regole è crescita culturale, è progresso civile ed economico, è serenità d'animo. E' stare bene (benessere).
La redazione


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