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Il fabbro maniscalco "u f'rroir"

Città e Territorio

Gravina in Puglia Maniscalco


Il papà contadino di Gravina in Puglia comandava il proprio figlio più piccolo di andare da " mest pepp u f'rroir" , four la port , a st'rnesc u vomr". Il vomere (o vomero) dell'aratro è quella parte che penetra nel terreno e traccia il solco, una lama d'acciaio curva a forma di triangolo che si inserisce nel terreno da dissodare tagliandolo e rivoltandolo. Era quell'artigiano, il fabbro, che, tra l'altro, sagomava e riparava gli zoccoli dei cavalli (fabbro maniscalco). Il maniscalco era specializzato nella ferratura dei cavalli. L'attività veniva in genere svolta come titolare o dipendente di una officina di maniscalco. Le sue attività comprendevano: tener ferma la zampa del cavallo tra le ginocchia per controllare le condizioni degli zoccoli e dei ferri del cavallo; sostituire ferri consumati o difettosi, togliendo i chiodi che li fissano; prendere le misure e selezionare nuovi ferri, adattare ferri alle misure utilizzando fucina e martello, tagliare quando necessario lo zoccolo per adattarlo al ferro, fissare il ferro allo zoccolo utilizzando chiodi e martello. Il ferro del cavallo veniva lavorato e sagomato sulla forgia e arroventato sui carboni ardenti mediante il vento emesso dal mantice azionato da una manovella. Stessa operazione per affilare e rendere appuntito il vomero dell'aratro. La sua attività si svolgeva prevalentemente in officina, esposti a temperature elevate. Era un mestiere legato alla civiltà contadina, molto diffuso in passato quando la gente usava gli animali per spostarsi e per lavorare la terra, perché l'agricoltura era la fonte di reddito primaria per la maggior parte della popolazione. Diffusissime erano le botteghe di fabbri che si occupavano di aggiustare gli zoccoli dei muli con i quali i contadini si spostavano in campagna con i traini. Il lavoro per i contadini iniziava al mattino presto perché essi si mettevano in marcia alla volta delle terre proprie o quelle dei padroni. Gli utensili di questo artigiano: il ferro di cavallo, il martello, la tenaglia, i chiodi lunghi, l'incudine, la forgia, I carboni e le pinze. Alcune curiosità tratte da wikimatera.it: Il ferro di cavallo viene tutt'oggi usato come porta fortuna ed è facilmente individuabile negli appartamenti, negozi, botteghe artigiane, automobili di gente superstiziosa. L'attività di maniscalco non è completamente scomparsa. I requisiti necessari per svolgere questa antica professione: un periodo di apprendistato o un corso di formazione specifico, ottima manualità, forza, buona forma fisica, facilità di contatto con i cavalli. Negli ultimi anni l'ippica ha assunto una popolarità crescente quale sport di svago. Pertanto alcune officine di lavorazione del ferro si sono dedicate quasi integralmente al lavoro di maniscalco. Altre, accanto all'attività di maniscalco, svolgono anche lavori da fabbro ferraio. Ad esempio producono o riparano utensili da lavoro o apparecchiature per l'agricoltura e la selvicoltura, per l'edilizia o per le aziende industriali.

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