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Politica e cultura
Il coraggio è respingere l'indifferenza, la rassegnazione e la distrazione.
Il Santo Padre ha ribadito ai giovani scout in raduno a San Rossore: "non andate in pensione, camminate con coraggio, il mondo ha bisogno di giovani che abbiano un orizzonte, che camminino su questa strada di coraggio e ricordatevi, la pensione arriva a 65 anni, un giovane non deve andare in pensione mai, deve andare con coraggio avanti. Vi auguro che questa strada del coraggio sia vostra; il coraggio è un atteggiamento dei giovani, il mondo ha bisogno di giovani coraggiosi, non timorosi, di giovani che si muovano per strada, con i giovani fermi non andiamo avanti". Era presente anche il premier Matteo Renzi che ha detto: "I giovani non lascino il futuro in mano a chi ha paura. La parola d'ordine non può che essere coraggio".
Ci permettiamo di aggiungere che il coraggio è respingere l'indifferenza, la rassegnazione, la distrazione. Negli anni della ricostruzione, nel dopoguerra, tanti giovani ebbero il coraggio di riprendere in mano il loro destino e il loro futuro. Esempi significativi si ebbero anche nella nostra Gravina. Quei giovani di allora risalirono dai rioni antichi, malsani e umidi e lottarono con coraggio contro i privilegi dei padroni, assicurando maggiore dignità e uguaglianza.
Viviamo in tempi difficili e duri e stiamo attraversando una crisi che assume sempre di più caratteri drammatici e preoccupanti, riguardando, insieme, l'economia, la vita sociale, la politica e la stessa democrazia. Oggi, nell'affrontare le dure difficoltà di una crisi gravissima e l'incertezza che colpisce intere generazioni e soprattutto i giovani, dobbiamo riferirci a quegli esempi, al coraggio di chi seppe resistere, ai combattenti per la libertà, ai valori che li ispiravano. In questi momenti difficili, dobbiamo pensare a quegli uomini , a quelle donne che, a partire dal '43, ebbero il coraggio di riprendere in mano il loro destino e il loro futuro, assumendo le proprie responsabilità e considerando l'impegno civile e l'obiettivo finale superiori di gran lunga ai rischi che potevano correre.
Oggi, a tutti i livelli, si ha bisogno di uomini coraggiosi, capi-bastone coraggiosi. I coraggiosi sono quelli che non si rassegnano ai ricatti. Sono quelli che chiamano le "cose per nome". Quelli che non temono di perdere la poltrona. Quelli che antepongono all'interesse personale o di partito il bene della collettività e del proprio paese.
10 agosto 2014. La redazione