Il marchio europeo I.G.P. sulla lenticchia di Altamura

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Il marchio europeo I.G.P. sulla lenticchia di Altamura

Città e territorio
E’ stata davvero una bellissima notizia quella riportata dal  bravo e attento corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno Onofrio Bruno riguardante l’avvenuta iscrizione del prodotto tipico “Lenticchia di Altamura” nel Registro delle “Indicazioni Geografiche protette” da parte della Commissione Europea. Merita un plauso, intanto, l’azzeccato titolo che vale la pena richiamare: “L’Unione Europea si inchina alla Lenticchia di Altamura”.
L’obiettivo raggiunto ha provocato in mela stessa piacevole reazione di soddisfazione che qualche anno fa provai con l’altro importante riconoscimento del “Pane Dop” di Altamura.
Ora, accanto al culto del pane altamurano, dobbiamo aggiungere quello delle lenticchie, due eccellenze su cui abbiamo il dovere di puntare perché rappresentano una prospettiva economica sulle cui potenzialità gli imprenditori murgiani sono chiamati a misurarsi.
E’ noto che la Puglia è, tra le prime “Tre Regioni” italiane, esportatrice di prodotti agricoli. Con questo straordinario legume il “Made in Puglia” si arricchisce e contribuisce in modo rilevante  alla crescita del settore agroalimentare.
Un sogno che è diventato realtà,  grazie al lavoro durato 3 anni  e al gioco di squadra portato avanti in modo serio dal Consiglio di Amministrazione (Pres. Nisi, Consiglieri Direnzo - Colonna – Demarinis – Leone ed altri) e soprattutto ed in modo competente dal Direttore del Consorzio di Tutela e Valorizzazione della Lenticchia di Altamura dr. Gerardo Centoducati, apprezzato docente universitario.
Questo evento mi riporta con la memoria in modo romantico a ricordare innanzitutto mio padre Pasquale Pepe, assieme ai commercianti noti di cereali della prima metà  del ‘900 come (Stasolla – i fratelli Tricarico – Tafuni – Clemente – i fratelli Martimucci – Panaro ed altri) che riuscirono a creare le condizioni ottimali di partenza per la selezione e la  lavorazione degli stessi cereali e della Lenticchia di Altamura e ad esportarli in particolare in Germania ed in Europa.
E’ a questi pionieri, che, a mio giudizio, va attribuito il merito della Riconoscibilità del nostro prodotto tipico, che ha portato gli attuali successori a legare legittimamente il nome del legume murgiano  alla Città di Altamura.
Dopo un periodo di ridotta produzione a causa degli alti costi, grazie alla tenacia di alcuni produttori e all’iniziativa dell’Associazione di Tutela è stato possibile realizzare questi ambiziosi traguardi.
Sono sicuro che il pregiato legume ritornerà in modo diffuso e da protagonistasulla tavola degli Italiani e dell’Europa. Ed è sempre stato talmente prezioso che già nella Bibbia Esaù per un piatto di lenticchie barattò la primogenitura in favore di Giacobbe.
Mi sento di affermare che a garanzia dei consumatori è stato predisposto ed approvato dagli organi di controllo nazionale ed europeo un severo Disciplinare che impegna l’intera Filiera, tracciata “dal campo al prodotto finito”, fatta da (produttori, sterilizzatori, selezionatori, confezionatori, distributori) e dai dirigenti del Consorzio a produrre lenticchia nella specifica area territoriale dei 19 Comuni Pugliesi e Lucani.
Conservando e mantenendo alcune caratteristiche relative al “colore verde cangiante marrone” e alla forma più grande che dà alla stessa il nome di “gigante”. Così come va sottolineata la “Forza proteica” di cui è dotato il legume, tanto che alcuni nutrizionisti lo hanno inserito, da protagonista, nella riconosciuta “Dieta Mediterranea”, quale alimento di qualità: per l’ alto contenuto di ferro e per il valore proteico superiore al 23%.
A questo punto sento il dovere di evidenziare la  Sinergia Istituzionale che durante questo percorso ha funzionato in modo armonico ed è stata una delle poche e rare volte.
Perciò, accanto al merito dei dirigenti del Consorzio, è opportuno dare atto all’impegno pubblico espresso dalle  istituzioni E. Colonna per la Regione Puglia; alla On.le Liliana Ventricelli per il Ministero dell’Agricoltura nei passaggi italiani; ed in particolare un grazie speciale va rivolto all’ Europarlamentare On.le Paolo Decastro, che non appena è stato contattato dal sottoscritto ha prontamente manifestato tutta la sua straordinaria disponibilità, intervenendo autorevolmente sin dal mese di Aprile a seguire passo passo  il complesso percorso di promozione del legume a livello europeo.
In conclusione mi attendo che questi responsabili comportamenti continuino per il futuro, specie per l’ambizioso progetto di soddisfare buona parte del “fabbisogno nazionale” che significa passare da 10 mila a 40 mila ettari da seminare.
Va detto che l’Agroalimentare rimane per altro l’unico settore che ha saputo resistere, rappresentando la via trainante per aiutare il patrimonio economico e culturale a superare la crisi.
Dunque, lunga vita alla “Lenticchia di Altamura” che viaggerà da ora in poi con il marchio Europeo I.G.P. da vera “Regina dell’Europa”.
Prof. Pietro Pepe
 Già  Presidente del Consiglio Puglia

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