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Ci vediamo a Gravina in Puglia

Città e Territorio

Gravina in Puglia Madonna della Stella


«Ci vediamo a Gravina»: ottimo slogan per incuriosire i turisti sulle attrattive che offre una città come Gravina. E' anche invito esplicito a scoprire le tante città sovrapposte che caratterizzano questo centro murgiano dove la vita pulsa sin dal neolitico. La stratificazione del nucleo abitato ancora oggi rappresenta una sintesi della vita dell'uomo. In superficie, cioè l'abitato moderno, è la parte più visibile, la più facile da visitare. Ed è un bel vedere, già quando ci si addentra nei quartieri medievali, con al centro il seicentesco Palazzo Pomarici Santomasi, l'oasi di cultura creato dal barone Ettore Pomarici Santomasi e poi donato alla propria città nei primi decenni del Novecento. Da sola, la Fondazione Pomarici Santomasi giustifica un viaggio a Gravina. C'è di tutto in questo grande contenitore di storia e di arte, adesso affiancato da altri due musei: il Civico archeologico e il Museo diocesano d'arte sacra, ospitati in un altro bel palazzo, l'austero ex seminario vescovile. Non solo musei offre questa città al turista che unitamente alla bellezza di luoghi e monumenti cerca anche tracce del percorso storico-culturale della vita dell'uomo. In questo Gravina è un vero e proprio laboratorio. Partendo, per esempio, dal fondo del torrente «gravina», dalle case-grotte e dalle chiese rupestri che caratterizzano i costoni del torrente che costeggia la città, e che la separa dall'immenso parco archeologico di Botromagno, non sfuggirà l'evoluzione della casa, e ovviamente dello stesso sistema di vita a partire dalla notte dei secoli, prima di arrivare all'attuale moderna abitazione. Dal rifugio alle grotte, dalla casa-grotta alla capanna, dall'ambiente unico che però era un tugurio alla casa medievale sino alla moderna abitazione: tutto questo è possibile vederlo a mano a mano che dal torrente, attraversando scenari di straordinaria bellezza, si passa agli antichi rioni Piaggio e Fondovito, ai quartieri medievali e quelli ottocenteschi. Seguendo questa trasformazione, le guide turistiche faranno scoprire monumenti di straordinaria bellezze che vanno dalle chiese rupestri (per esempio San Michele delle Grotte il Comune l'ha appena riportata agli antichi splendori) alla Basilica Cattedrale d'origine normanna e ricostruita alla fine del 1400, dal Purgatorio alla Chiesa di San Francesco, sino a quelle più periferiche come il bellissimo complesso monumentale di San Sebastiano e il santuario della Madonna della Grazia con la sua originale facciata dominata da una grande aquila ad ali spiegate. Senza trascurare quell'unicum rappresentato dal ponte-viadotto in tufo che unisce le due sponde del torrente Gravina e domina quasi tutto l'habitat rupestre. C'è pure una Gravina sotterranea da visitare (info Michele Parisi, cell. 368577726), che è grande due volte il centro storico della città, fatta di grandi gallerie, di enormi cisterne, di immensi depositi, di vecchissime cantine, di lunghi acquedotti. Un viaggio che conferma come l'attuale Gravina è la «parte emersa» di diverse città sovrapposte. «Ci vediamo a Gravina» è un invito anche agli ambientalisti. A quelli che cercano nuove aree protette da visitare. Oltre a possedere il bosco più grande di tutta la provincia di Bari, questa è anche la città dei parchi: da quello attrezzato per i bambini alla sede del Parco nazionale dell'Alta Murgia, a «La Gravina di Gravina in Puglia» che l'Amministrazione comunale ha chiesto da farne area protetta per preservarne uno scenario unico al mondo: qui nascerà il «Museo dell'acqua e della pietra», perché qui è più visibile la stratificazione di civiltà rurale e civiltà rupestre sopra ad un'architettura naturale.

Maria Pizzillo

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