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Antichi orologi pubblici, l’orologio “Amiraldo” di piazza Notardomenico

Città e Territorio

Gravina in Puglia l’orologio “Amiraldo” di piazza Notardomenico


Il 1609 il sindaco di Gravina Pietro Calderoni in nome e per conto del comune comprò dal duca Michele Antonio Orsini una "torretta" in piazza Messer Gualtieri (oggi piazza Notardomenico), per installarvi un pubblico orologio. Infatti fu costruito un orologio solare (meridiana). E nel 1612, sulla facciata del campanile della chiesa di san Francesco fu costruito, a cura e spese del comune, un orologio meccanico, commissionato all'orologiaio Maestro Francesco Amiraldo. Una macchina del tempo costruita da: comune congegno a scappamento a verga azionata dalla forza motrice di due pesi pendenti; treno del tempo e treno del suono: l' uno segnava lo scorrere dei minuti e delle ore, l'altro comunicava col suono di una campana il cambio delle ore, scandito in quattro cicli di suoni da uno a sei rintocchi. In tutti questi anni sono stati spesi molti quattrini per la manutenzione, la riparazione e la sostituzione di alcuni ingranaggi. Non sono mancati inoltre interventi di restauro alla "torretta" e alla macchina del tempo sulla facciata del campanile di san Francesco. Nel 1857 Gravina fu colpita da un terremoto che compromise e destabilizzò la torretta dell'orologio solare e bloccò la macchina del tempo sul campanile di san Francesco. Fu deciso, per motivi di sicurezza, la completa demolizione della "torretta", quindi l'allargamento della stessa piazza, evitando spese per una nuova torretta. Si optò per la posizione dell'orologio della facciata del campanile di san Francesco sulla fabbrica della Biblioteca Finia. Un trasferimento vero e proprio dell'orologio " Amiraldo". La vecchia macchina del tempo, quindi, che aveva subito diversi aggiornamenti e rinnovamenti ad opera di famosi orologiai, come il De Curtis, fu tutta ristrutturata e modificata, e il quadrante con le sue spade segnalò le ore e le due campane indicarono a distanza ore e quarti con melodici rintocchi e suoni. L'immobile della Biblioteca Finia assunse una bella forma architettonica e, con il suo orologio "sulla fronte" diede un bellissimo decoro alla piazza, oltre che un utilissimo servizio per l'intera cittadinanza. Un incaricato del comune aveva l'onere quotidiano di dar la corda e di metterlo in cammino, usando ogni cura di manutenzione e lubrificazione. Nel 1881 l'amministrazione comunale stipulò un contratto di manutenzione straordinaria dell'orologio con Dionigi Donadio. E l'illustre artista gravinese realizzò il quadrante in metallo su cui dipinse le immagini di Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, con l'esplicito intento di renderli viventi, col movimento degli occhi e della bocca, mediante leveraggi collegati ai congegni della macchina. Donadio si dilettò a creare un sistema di leveraggi che faceva muovere le pupille degli occhi e le labbra delle bocche dei due personaggi. Le pupille si muovevano sincronicamente e costantemente in senso orizzontale (da destra a sinistra e viceversa); le labbra si aprivano e si chiudevano, dando la sensazione che i personaggi parlassero e comunicassero qualcosa. Le labbra in particolare si aprivano e chiudevano in concomitanza dei quarti, proprio quando i suoni inondavano la piazza. Così l'orologio di Gravina fu ammirato da tanti forestieri. Ma successivamente e per diversi anni l'orologio rimase fermo. Solo nel 1979 l'amministrazione comunale fece restaurare l'orologio " Amiraldo" e l'impiegato comunale sig. Domenico Erriquez assunse l'incarico ben preciso di curatore e responsabile delle ricariche quotidiane, incarico che seppe onorare fino alla sua pensione. Toccò a Salvatore e Vincenzo Gramegna (padre e figlio) continuare l'attività di "guardiani dell'orologio". Ma negli anni Ottanta la scala di legno che consentiva l'accesso al vano dell'orologio si destabilizzò e i Gramegna rinunciarono al servizio. L'orologio rimase fermo e abbandonato per diverso tempo, fino al 2001, quando si fece avanti un'anima buona: uno statunitense Patrik H. Arbor, a proprie spese, fece restaurare l'orologio, tanto caro alla sua nonna gravinese. L'orologio ritornò a funzionare come prima e la civica amministrazione insignì l'Americano Patrik H. Arbor della Cittadinanza Onoraria il 28 settembre 2001.
Michele Gismundo

Fedele Raguso - Marisa D'Agostino, Tempo e orologi, Pubblicità & Stampa Altamura 2002


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